La crisi al Comune di Catanzaro cucinata in salsa elettorale

Mozioni di sfiducia al presidente del Consiglio, rimodulazione di giunta, aggiustamenti in Provincia: tutto a Palazzo De Nobili avviene in funzione delle elezioni di ottobre e della candidatura di Roberto Occhiuto

Il fuoco elettorale sta mordendo i margini della foresta centrista che ha in mano l’Amministrazione comunale del capoluogo di regione. Per essere più precisi, più che di foresta si dovrebbe parlare di savana, ecosistema caratterizzato da qualche albero di media altezza circondato da un tappeto di cespugli e arbusti, di scarsa visibilità eppure tenaci nello sfruttare al massimo le poche risorse che l’ambiente offre.
I fuochi al momento lambiscono, si alzano, allarmano per quanto possono ma rapidamente si esauriscono forse perché il vento, sia esso cangiante o contrario, non assume la forza necessaria ad alimentare le fiamme. Per cui il cielo su Palazzo De Nobili si oscura un po’, poi ritorna il sereno, qualcuno al massimo si scotta, scurisce in volto, ma poi tutto passa e va, alla prossima svampata.
Fuor di metafora, ci sono due fatti politici che movimentano queste ore le stanze del Palazzo municipale, anzi tre, considerato che qualcosa corre sul breve tratto di strada che congiunge via Jannoni, sede del Comune, e Piazza Rossi, dove affaccia la Provincia. Stessa maggioranza, di centrodestra, stesso capo di Amministrazione, Sergio Abramo, sindaco e presidente.

Il primo fatto, fuoco fatuo come pochi, è una raccolta di firme tentata nel sottobosco di cespugli di cui si diceva, comprendente qualche consigliere di opposizione, qualche collega dell’esorbitante gruppo misto, qualche esponente eterogeneo, o sui generis che dir si voglia, della maggioranza stessa. La raccolta di firme era volta a sfiduciare il presidente del Consiglio Marco Polimeni. Non è una grande novità. Basta riavvolgere i nastri a neanche un anno fa, e la storia è già stata raccontata. Anche a luglio 2020 la raccolta fu tentata e poi messa da parte. Anche allora, come in queste ore, non ha raggiunto il numero sufficiente a farla lievitare fino ad assumere la consistenza di un fatto politico vero e proprio. Anche perché è la nozione stessa di atto di sfiducia nei confronti della presidenza di un organo elettivo locale a essere già in sé ostica, poco sostenibile a livello normativo, se non per fatti gravi che comportino l’agibilità democratica del consesso. Qui invece, il tutto sarebbe da ricondurre al tentativo di incidere sul patto di comuni intenti tra Abramo e Polimeni che finora ha retto la maggioranza nonostante le diverse continue occasioni di attrito, soprattutto per il sovente collidere dei gruppi riconducibili da una parte a Forza Italia e dall’altra a Filippo Mancuso e quindi alla Lega di Salvini, gruppo non costituito in Consiglio ma nei fatti già operante. La sfiducia verso il presidente del Consiglio implica che sia pronta la figura sostitutiva. Voci sparse la indicano in Giovanni Merante, segretario provinciale e consigliere Udc. Non si hanno conferme da parte dell’interessato che in sdegnoso riserbo non ha partecipato alle ultime sedute di Consiglio. Udc in gran movimento anche sul fronte elettorale regionale, con nuovi ingressi che avrebbero del clamoroso se non fossero stati ampiamente preannunciati.

L’altro fatto politico riguarda la più che probabile rotazione interna a Forza Italia degli incarichi di giunta dopo le clamorose dimissioni di Alessio Sculco che nei giorni scorsi ha rimesso la delega delle Attività economiche. Come già riferito e noto, Forza Italia ha chiesto al suo consigliere Rosario Lostumbo di prenderne le redini. Il giovane ma già esperto consigliere ha risposto picche in un primo momento, motivando il diniego con lo scarso appeal personale verso il settore. La rotazione interna al gruppo di Forza Italia, che comprende in giunta gli assessori Cardamone Cavallaro e Concolino, porterebbe ad assegnare a Lostumbo le Politiche sociali verso le quali si sente più adeguato. Non si hanno ancora reazioni dirette da parte dell’interessato. Voci lo danno in pensoso stand by. Così come in attesa di ricevere indicazioni da Forza Italia cittadina è lo stesso sindaco Abramo al quale ovviamente spetta di firmare il decreto di nomina dell’eventuale nuovo assessore e di sostituzione delle deleghe. A conferma di ciò, il passaggio della nota diramata da Ivan Cardamone in cui si ragiona del dopo Abramo ma anche di quello presente: ”È chiaro – dice il coordinatore cittadino di FI – che il sindaco e il partito di riferimento di Sculco abbiano ragionato e stiano ancora ragionando sulle soluzioni migliori per assestare la Giunta dopo queste dimissioni”.

Il terzo fatto è il coinvolgimento come effetto collaterale dell’organigramma di governo della Provincia, il cui vicepresidente, Antonio Montuoro (Forza Italia) non più in sintonia con il coordinatore provinciale Tallini potrebbe subire un ridimensionamento di ruolo. Anche qui, nessuna reazione al momento da parte dell’interessato.
Domanda. I fatti menzionati sono episodi isolati, o sono tra loro collegati? La seconda che hai detto, direbbe Quelo. Tutto si cucina ormai in salsa elettorale, anche quel poco di buono che dà lo strato umido della savana comunale. In attesa di conoscere le determinazioni del centrosinistra, la scelta del centrodestra ufficializzata in capo a Roberto Occhiuto ridetermina traiettorie politiche e finanche viaggi fisici. Molti in questi giorni da Catanzaro si preparano a imboccare l’A2 direzione Cosenza. Per proporsi a Occhiuto, ma anche per trattare, per abiurare, per porre diktat. Da mesi ormai si dice di un rientro in pompa magna dei fratelli Gentile alla corte di Tajani e Carfagna, complice il combinato salto a Montecitorio del rampollo Andrea in qualità di primo non eletto quando Occhiuto dovrà optare per la Calabria in caso di vittoria.

I Gentile portano in dote la filiera riconducibile a Catanzaro da Vivere: Aiello, Esposito, Polimeni. Baldo Esposito è in condizione di spiccare il salto decisivo: da consigliere a componente di giunta o carica equivalente. Potrebbe correre nella lista del presidente, oppure in quella di Forza Italia. Ciò giustifica in partenza una competizione con la tradizionale riserva di Forza Italia a Catanzaro e provincia, impersonata da Domenico Tallini, competizione che ha già avuto modo di manifestarsi nel recente passato, nelle occasioni che abbiamo su riferito. Il manuale delle distribuzioni in base a peso elettorale e rappresentanza territoriale non dà molto spazio ai rappresentati azzurri del collegio di Catanzaro, che comprende anche Crotone e Vibo. Si è molto parlato delle aspirazioni di giunta di Sergio Abramo con una delega tecnica. Ma i posti in giunta non sono infiniti, e devono essere distribuiti per partiti e territori. Roberto Occhiuto avrà parecchio da mediare e stemperare. Ricordando, se crede – e lui è credente –, la massima evangelica: “Molti sono i chiamati, pochi gli eletti”.