Us Catanzaro, numeri da brivido e sterilità: urge cambiare rotta    

Giallorossi ko anche a Bari: dal trittico di scontri diretti per il vertice si esce con le ossa rotte. Qualcosa si è inceppato: a Grassadonia il compito di rimettere in moto l’entusiasmo


di Gianfranco Giovene

Reggina, Potenza e infine Bari: ha messo in fila tre zero tondi tondi, il Catanzaro, portando via praticamente il nulla – in termini di gol, di risultati e di punti – dai tre scontri diretti indicati alla vigilia come snodo fondamentale della stagione. Uno score da brividi, in toto deficitario, che oltre ad allungare la crisi – già bella che aperta da qualche settimana nello spogliatoio e proseguita di recente con l’esonero di Auteri – getta dubbi sulla reale capacità del gruppo di inseguire l’obiettivo vertice fissato e ribadito dal club a più riprese. 

BRIVIDI – Zero reti innanzitutto. E fa quasi specie ribadirlo scorrendo i nomi e i calibri iscritti all’artiglieria d’attacco. Un record negativo mai toccato lo scorso anno – centottanta minuti consecutivi il massimo raggiunto con Juve Stabia e Monopoli di questi stessi tempi – né la stagione precedente, caratterizzata anch’essa da rivoluzioni e ribaltoni di contorno; è di fatto dall’ultimo campionato dell’era Cosentino (2016/17) che non capitava alle aquile di andare in bianco per così tanto tempo: all’epoca fu addirittura poker contro Lecce, Paganese, Messina ed Akragas. E se non si segna, è lapalissiano, nemmeno si vince. Anzi, il più delle volte si perde pure, in questa categoria, come accaduto già nei tre scontri diretti per i primi posti e come prima era avvenuto solo nell’amaro campionato succitato. Zero punti, quindi. 

STERILITA’ – Anche sul piano delle prestazioni non si è andati granché bene: fatta eccezione per il gioco fluido ma sterile sciorinato sia nei cinquanta minuti del “Granillo” che nei novanta del “San Nicola” – al cospetto, in questo secondo caso, di un avversario non del tutto brillante e a conti fatti addomesticabile – poco o nulla di davvero rimarchevole è stato fatto. E’ come se si fosse persa la verve, il mordente, la voglia anche di cercarlo quel contrasto e quel gol della resurrezione. La sfida di Bari ne è stato un esempio e da questo fondo toccato bisognerà ora far di tutto per ripartire. Di positivo si può trarre la prova personale di Tascone, forse il migliore tra gli undici in campo insieme a Kanoute; poco convincente, invece, l’operato di Nicastro che ha confermato le difficoltà del momento già emerse – e mal digerite dai tifosi – nella precedente gara contro il Potenza. Domenica, con il Rende in casa, insomma, si dovrà decisamente cambiare marcia.