‘Addio pres’: il Cosentino più autentico raccontato dai compagni d’avventura

L'"Obbedisco" di Spader, quell'abbraccio a Donnarumma dopo l’Ischia, la trattativa simpatica con Ferri per Razzitti e il viaggio in macchina da Reggio a Catanzaro con Maita

Un presidente a cui era impossibile dire di no, anche nelle sfide più ardue. Che ai tavoli del mercato si sedeva come tutti per cercare l’accordo più vantaggioso per sé ma che a differenza di altri colleghi amava condire ogni trattativa con il sorriso. E poi un padre per qualche elemento della rosa, una spalla fidata, un po’ umorale ma sempre forte, per i suoi collaboratori. Questo il Giuseppe Cosentino più autentico, dipinto dalla viva voce di chi ne ha condiviso l’avventura giallorossa sul campo o dietro la scrivania. Da Giulio Spader ad Angelo Ferri, da Mattia Maita a Carmine Donnarumma.

«UN ABBRACCIO D’ENTUSIASMO» – E’ l’ex diesse delle aquile il primo raccontare. «Ci legava una stima personale profonda – dice Donnarumma – Era una persona vera: fortemente passionale, verace ed istintiva. Gioie e dolori, bianco e nero, portati all’esasperazione anche nel giro di ventiquattro ore. Il ricordo più bello e significativo che ho è l’abbraccio dopo la vittoria con l’Ischia – dice – Venivamo da un periodo negativo che ci aveva spinto in fondo ma con un filotto di risultati eravamo riusciti a risollevarci. Abbracciandomi mi disse “prendiamo tre calciatori e vinciamo il campionato”: un’esagerazione assoluta, chiaro simbolo però di quell’entusiasmo tutto suo, che lo ha sempre contraddistinto ed accompagnato». Commosso il saluto finale: «Onorato della tua amicizia, grazie. Buon viaggio pres».

«…GLI DISSI, OBBEDISCO» – Un fiume in piena, Cosentino, con tutti. E Giulio Spader lo ricorda bene rievocando tutta la trafila nel settore giovanile e poi l’esordio come guida in prima squadra. «Sotto la sua gestione ho attraversato tutte le categorie – dice – passando dalla guida dei giovanissimi nazionali alla prima squadra. A lui è legato il mio inizio professionale da allenatore e il mio ingresso in questa società: lo ricordo sempre presente, persona buona e di cuore». Anche deciso, come nell’estate che lo catapultò in panchina alla prima. «Avevo guidato la squadra in Coppa Italia contro il Francavilla e subito dopo il presidente mi paventò l’ipotesi di continuare. Ci pensai tanto i giorni successivi, ero un po’ titubante, ma quando a ferragosto ricevetti la sua telefonata fu impossibile dire di no. Dissi Obbedisco, non perché fosse un sergente di ferro, ma perche la sua fiducia mi inorgogliva».

«COME UN PADRE» – Legami forti anche con qualcuno all’interno dello spogliatoio. Tipo Maita, arrivato ragazzino sui tre colli, svezzato e accompagnato in primis proprio da mister GICOS. «Mi ha sempre trattato come un figlio – dice il centrocampista, oggi al Bari – Venne lui personalmente a prendermi a Reggio la prima volta e per tutto il viaggio che facemmo in macchina parlammo della mia famiglia. Faceva domande e domande per conoscermi: io all’epoca avevo solo diciassette anni – ricorda – arrivato in città mi sistemai in albergo, e la sua famiglia fu sempre disponibile, mi aiutò». Neanche da fare la trattativa per il prolungamento, qualche anno dopo: «Mezzo secondo ed era subito sì».

«IN TRATTATIVA CON IL SORRISO» – Anche quando c’era da trattare non si tirava indietro. Ma lo faceva a modo suo, con genuinità. «Ricordo bene un incontro a Catanzaro – dice Angelo Ferri, vecchio agente dell’ex Andrea Razzitti – Eravamo al ristorante e stavamo lavorando all’accordo. Per stemperare fece una battuta: mi chiese se ero interessato a chiudere l’affare o solo a venire al ristorante con lui. Sapeva sdrammatizzare, prendere le cose alla leggera. Tirava come tutti dalla sua parte, ma lo faceva in maniera mai furbetta o scorretta. E trasmetteva affetto. Nei suoi viaggi al nord ci sentivamo spesso anche per questioni extracalcistiche».

COMMOZIONE – Dai social ancora messaggi di cordoglio da ex e società gemelle. Bello quello della Paganese – “Il presidente Raffaele Trapani e tutta la famiglia azzurrostellata si stringono al dolore della famiglia Cosentino per la scomparsa dell’ex presidente del Catanzaro, Giuseppe” – così come quelli delle vecchie conoscenze Marco Cotroneo e Manuel Sarao – “Riposa in pace, presidente”. Significativo il saluto di Diomansy Kamara – “Non ci siamo sempre capiti però ci siamo sempre rispettati e voluti bene. Vai in pace presidente” – ancor di più quello di Marco Pecora, AD delle aquile nell’intera esperienza GICOS – “Sei stato come un secondo padre, per venti anni ho avuto la fortuna e l’onore di stare al tuo fianco ed imparare tantissimo. Il ricordo indelebile dei momenti unici vissuti insieme lo custodirò per sempre nel profondo del cuore”. Infine Giovinco: “RIP, pres”.