‘Calabro, l’uomo giusto’: l’ex Di Sole promuove la svolta del Catanzaro

L'ex difensore sul nuovo tecnico: «E' un duro, ma bisognerà anche proteggerlo. Foresti e Cerri? Svolta necessaria: in passato troppi errori»

«L’ho detto e lo ripeto: Calabro, ottimo allenatore». Sono passate 48 ore dalla presentazione ufficiale del nuovo tecnico del Catanzaro. E dopo averlo scritto pubblicamente – chiaro e netto come al solito – nel flusso di messaggi che ha accompagnato la diretta social della prima conferenza stampa del coach salentino, l’ex Fabio Di Sole rilancia confermando le buone sensazioni della piazza, promuovendo in toto la rivoluzione estiva del Catanzaro e le scelte prese dalla società per ripartire. Tutte le mosse, dal campo alla scrivania. «Con un bel sette in pagella».

«CALABRO, L’UOMO GIUSTO» – Ottima la prima impressione suscitata dall’allenatore nelle dichiarazioni di ieri: «Mi ha colpito molto il passaggio sull’importanza del gruppo e sulla necessità che i giocatori si facciano portavoce del suo credo all’interno dello spogliatoio e con l’ambiente – dice l’ex difensore – Calabro è un duro, uno deciso, e sono certo che saprà dare l’importa giusta alla squadra». Un tecnico che dalla sua ha anni di gavetta e di esperienza, che ha dimostrato di saper vincere partendo dalle serie inferiori, per il quale Catanzaro potrebbe rappresentare anche la grande chance per la consacrazione: «A voler fare un paragone – continua Di Sole – lo vedo molto somigliante a Mimmo Toscano. Catanzaro è una grande occasione per lui, forse anche il definitivo trampolino». Avrà bisogno però della giusta materia prima per saltare in alto, magari non tanto dal punto di vista tecnico quanto da quello caratteriale. «Gente con gli attributi – afferma l’ex – E speriamo che tali caratteristiche il mister le possa rintracciare in chi c’è già visto che le entrate del prossimo mercato saranno presumibilmente condizionate alle uscite».

«CAMBIARE ERA DOVEROSO» – Che fosse necessario un taglio radicale con il passato nemmeno a chiederlo. Sul lato tecnico innanzitutto. «Andava archiviato necessariamente il ciclo Auteri – chiarisce Di Sole – Nonostante si sia espresso un gioco di livello in questi due anni l’assenza di risultati ha finito per pesare. Il vero problema per chi sta in panchina a Catanzaro è reggere le pressioni della piazza ed eliminare giornalmente le negatività – aggiunge – per questo penso che Calabro avrà bisogno di protezione da qui in avanti e di sostegno soprattutto all’inizio». A far da cuscinetto dovranno essere, primi tra tutti, il diggì Foresti e il diesse Cerri: tasselli ulteriori di una rivoluzione che il centrale ribadisce pienamente positiva, forse un po’ tardiva. «Non li conosco personalmente ma che la società si dovesse strutturare meglio era fuori da ogni dubbio – dice – Un diggì avrebbe fatto comodo già l’anno scorso: i danni fatti sono importanti e la società ora ne sta pagando le conseguenze, in termini di contatti onerosi accordati ad elementi che non hanno reso per come ci si aspettava». Da qui nascerebbero, secondo l’ex difensore, i mal di pancia presidenziali: «Mi auguro che Foresti e Cerri riescano a snellire il macigno: sono aziendalisti e anche loro, a primo acchito, mi hanno fatto un’ottima impressione». Una svolta «che piace», insomma, a trecentosessanta gradi. Ora attesa alle prove del mercato e del campo.