Furina-boom a Rende, il Catanzaro deve mangiarsi le mani?

La punta si presenta con una doppietta ai biancorossi: per le aquile forse qualche piccolo rimorso dopo la decisione di lasciarlo definitivamente a Rende

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Una doppietta all’esordio: il bigliettino da visita migliore per un attaccante. Vincenzo Furina lo ha estratto con nonchalance dal taschino e lo ha offerto al Rende nella gara di Coppa Italia di qualche giorno fa, al “Lorenzon”, contro il Cittanova propiziando con un “uno-due” micidiale la rimonta biancorossa, poi vanificata ai calci di rigore dalla maggiore precisione dei reggini.

Una doppietta all’esordio, tanta roba davvero. E ci sarebbe da fregarsi le mani in casa Catanzaro per la ritrovata forma del gioiellino esploso nel settore giovanile, la pepita mandata in giro per l’Italia a sgrezzarsi – dalla Spal alla Fiorentina e di lì al Napoli nei campionati primavera maggiori – anno dopo anno tornata alla base sempre con qualcosa in più nel bagaglio. Ci sarebbe da leccarsi i baffi, da esser soddisfatti in prospettiva, da plaudire alla sua crescita immaginando magari il giorno in cui lui, insieme ad altri esponenti della “generazione Z” allevati nel vivaio – tipo Schimmenti e Cristiano – varcherà la soglia della prima squadra. Se non fosse che le cose quest’estate sono andate parecchio complicandosi per la punta di Bivongi, tanto da rendere quello che doveva essere un ulteriore passaggio temporaneo di una stagione per maturare un trasferimento praticamente definitivo. Non più di proprietà giallorossa, di fatto: il Rende lo ha tesserato con un vincolo sportivo fino ai venticinque anni con il placet delle aquile che hanno scelto di defilarsi. Una valutazione in controtendenza rispetto alle altre operazioni condotte in porto nella sessione nei ranghi del vivaio. Che forse, guardando la doppietta di ieri, pensando anche al futuro, un po’ di rimpianto lo fa venire.

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