Il commiato di Carlini tra ricordi e futuro: “Catanzaro è stato bello”

Il centrocampista ha lasciato la città direzione Monterosi. Il viaggio un racconto a cuore aperto sulla sua esperienza in giallorosso

L’ultimo scatolone è entrato a fatica nel cofano dove già gli altri erano stati ammassati e dove neanche più uno spillo, ora, troverebbe spazio per sistemarsi. La macchina già in moto, il navigatore spento perché in fondo la strada la si conosce bene. E’ quella di casa, che porta quasi a Terracina e che poi prosegue – lingua tra le montagne – per un’oretta ed una quarantina di chilometri abbondanti fino a Monterosi. Il tempo di un’altra occhiata a quei luoghi che hanno rappresentato tanto in questi due anni e mezzo; poi Massimiliano Carlini, il “Conte Max” come si è da sempre abituati a chiamarlo, innesta la prima, imbocca il viale, si allontana. «E’ una sensazione strana – dice al volante, mentre con il sorriso lascia Catanzaro – per mestiere siamo abituati a cambiare spesso città ma questa volta si era creato davvero qualcosa di speciale».

«UN RAPPORTO PROFONDO» – Un feeling intenso capace di annodare in un tutt’uno la città, la sua gente ed il centrocampista fin dal primo istante del suo arrivo da Castellammare nel gennaio 2020. Un rapporto che va ben oltre i numeri, ben al di là delle ottantotto presenze cumulate, dei diciassette gol e dei dieci assist realizzati. «Qui ho trovato tanto affetto – sottolinea Carlini – per questo lascio un pezzetto di cuore, sicuro che ci tornerò in futuro, magari da turista». Più o meno sei mesi fa, quando per la prima volta, nel mercato invernale, venne fuori l’ipotesi di un suo trasferimento, fu un coro unanime di protesta nell’ambiente. «Nessuno voleva che andassi via – ricorda – ed è stato bello toccare con mano la stima dei tifosi»; questa volta invece il finale è stato differente: privo di quell’happy ending sperato ma non per questo polemico, astioso. Un po’ amaro forse, questo sì. «Mi sarebbe piaciuto essere coinvolto nella decisione – rimugina – Mi è solo stato detto che avrei dovuto trovare una sistemazione altrove e così ho fatto. Quando si dà tutto un po’ di riconoscenza calcistica ce la si aspetta pure ma questo non intaccherà mai il rapporto con la proprietà e la piazza che resta profondo e meraviglioso».

«QUEL GOL, QUELLA PARTITA…» – Mentre parla il contachilometri non fa altro che girare, l’autostrada si apre davanti come un cono di luce. Dentro ci finiscono tutti i ricordi di questa avventura iniziata il 2 febbraio 2020 – Catanzaro-Viterbese, 4-0 – e terminata a Padova lo scorso giugno. «Ogni gol segnato in giallorosso ha rappresentato un’emozione particolare – afferma – Il più intenso forse quello di Messina realizzato in un periodo vissuto ai margini dopo due anni strepitosi in cui ero stato cannoniere della squadra e vicecapitano. Era la prima da titolare dopo un lungo periodo: ebbe un sapore di rivalsa soprattutto personale. Padova invece la metto tra le pagine più nere in assoluto – aggiunge, senza quasi nemmeno pensarci – un conto è perdere meritando sul campo, un altro dover recriminare per qualcosa che poteva e doveva essere annullato. Eravamo ad un passo dalla finale e passando il turno eravamo convinti che avremmo superato anche il Palermo». Questo forse l’unico neo della parentesi: non aver potuto ripagare con la promozione tanto attesa l’affetto incondizionato ricevuto in questi anni.

«UN MATTONCINO RESTA» – «Auguro al Catanzaro di poter giocare per il vertice nel prossimo campionato perché lo meritano sia il club che la piazza. Mi avrebbe fatto enorme piacere essere della battaglia ma il calcio è fatto di fasi storiche e questo non era più il mio momento. Se chiudo per un attimo gli occhi rivedo il percorso bellissimo che abbiamo fatto insieme: dal ritiro in poche unità alle stagioni concluse al secondo posto. Insieme a Corapi, Curiale e Martinelli due anni fa abbiamo gettato le basi del gruppo e mi piace pensare che ci sia anche il mio e nostro mattoncino nella costruzione che oggi si sta fortificando». Così è, senza dubbio. Perché le strade possono anche dividersi, a volte tornare ad incontrarsi, ma le tracce di ciò che è stato non vanno via. Oggi l’annuncio al Monterosi, presto il ritorno al “Ceravolo” da avversario; il resto «lo si vedrà».