Ieri operaio, oggi ingegnere: la nuova sfida di Verna. “Catanzaro, tutto o niente”

Il centrocampista è partito forte con due assist e tanta sostanza. «A Cerignola un punto che vale, con il Messina servirà calma. Sappiamo di essere tra le favorite ma niente pressioni esagerate»

L’etichetta di operaio ce l’aveva addosso sin dall’arrivo: grande cuore, grande gamba, una predilezione per la rottura del gioco avversario e per gli inserimenti era il suo bigliettino da visita. Quella di ingegnere, poi, Luca Verna se l’è guadagnata con il tempo, quasi per osmosi respirando la stessa aria dei compagni dai piedi buoni a Giovino, rispettando le consegne ed i consigli di chi per primo lo ha indirizzato all’apprendistato in costruzione. Titolare con Calabro, perno fondamentale anche con Vivarini e proprio sotto la guida dell’attuale tecnico – abruzzese pure lui – il numero otto sta dimostrando una polivalenza preziosa, nota tra le più liete in questo avvio dall’acceleratore sempre pigiato.

 

«STO CAMBIANDO» – Una nuova veste che il centrocampista sembra gradire come testimoniato davanti ai microfoni della sala stampa a metà della settimana che da Cerignola porta al Messina. «Sto cambiando modo di giocare – l’ammissione – in passato il mio ruolo è stato quello di mezzala di inserimento: sia con Gattuso che con Calabro ho avuto compiti di incursore più che di giocatore di sviluppo, Vivarini invece mi ha visto sotto un’altra luce e questa nuova dimensione mi piace». Una sorta di «sfida personale» per dirla con le esatte parole del centrale «per la quale l’applicazione non manca così come la voglia di ripagare la fiducia».

 

«TUTTO, O NIENTE» – Due assist in quattro giornate – addirittura negli stessi novanta minuti contro il Latina – possono dunque essere considerati solo un antipasto da questo punto di vista. Un po’ come di semplice entrée sarebbe giusto parlare per l’avvio scoppiettante della squadra in generale. «Siamo partiti bene quest’anno – il commento di Verna – era questo l’obiettivo che ci eravamo posti in ritiro e su questo indirizzo dovremo ora proseguire». Soprattutto dal punto di vista mentale questo nuovo Catanzaro sta dimostrando di essere maturato evitando «la falsa partenza» del campionato precedente; una molla sembra essere scattata ed il mediano non lo nega. «Abbiamo una consapevolezza diversa rispetto al passato, frutto anche della continuità tecnica che si è cercato di mantenere. Quest’anno per noi è tutto o niente, sappiamo di essere tra le favorite ma questa cosa non deve darci una pressione esagerata».

 

«IL PAREGGIO VALE» – Facile a dirsi, un po’ meno a farsi in una piazza come quella giallorossa in cui un solo giro di giostra non al massimo basta per riscaldare gli animi. «A Cerignola è stata una partita difficile, fuori casa e su un campo sintetico. Una gara sporca in cui sarebbe stato meglio usare più sciabola e meno fioretto, nella quale comunque si è reagito ad uno schiaffo nel finale, ad un gol che avrebbe potuto ammazzarci». Di snaturarsi in queste sfide nemmeno a parlarne – il DNA deve rimanere sempre lo stesso: «impostare da dietro e con la costruzione passare alla fase di sviluppo» – ma ciò che la più recente gita in Puglia ha dimostrato è che forse sul piano della furbizia che si deve ancora migliorare. «Ci siamo fatti trovare impreparati sul gol loro – l’autocritica di Verna – un pizzico di milizia e probabilmente avremmo portato a casa anche quella vittoria. Il punto raccolto è il massimo che si poteva prendere in quella situazione; la reazione va bene ed è anche questa un segnale».

 

«SERVIRA’ CALMA» – L’occasione per tornare ad alzare i giri del motore le aquile l’avranno sabato quando al “Ceravolo” si affaccerà di nuovo Auteri con il suo Messina fanalino di coda; guai però ad inquadrarla come una gara semplice: bisognerà sudare per conquistare i tre punti e questo l’operaio novello ingegnere lo sa. «Vengono da un inizio non facile, dobbiamo aspettarci la stessa partita insidiosa di Cerignola – la previsione – Servirà calma per sbloccarla, poi quando si creeranno spazi sarà più facile giocare».