Si rinnova l’antica devozione alla Madonna Bambina conosciuta come festa della Bambinella

Nella Rettoria di Montecorvino la novena fino a giorno 7. L'8 settembre alle 12 la supplica e alle 18 la processione

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    Ci sono tradizioni che vivono nei suggestivi vicoletti della città. Legate ai quartieri. Tradizioni che si fatica a mantenere vive per un acerta refrattarietà nel tramandare la propria identità. Una di queste è la devozione alla Madonna Bambina, la cui statua si trova nella Rettoria di Montecorvino e che Don Mimmo Concolino sta rinverdendo. Dallo scorso 31 agosto infatti è inziata la novena e l’8 settembre si terranno le messe, alle 12 la supplica e alle 18 la processione per le strade di Montecorvino. E’ lo stesso Don Mimmo che ripropone la storia di quaesta antica devozione.Una devozione antica e cara ai fedeli Catanzaresi.

     

    “La festa della natività di Maria, di origine orientale, è stata introdotta nella Chiesa latina da san Sergio I, alla fine del VI secolo. Originariamente doveva essere la festa dell’attuale basilica di sant’Anna in Gerusalemme. La tradizione infatti indicava quel luogo come la sede dell’umile dimora di Gioacchino e Anna, genitori della Vergine.

    Il culto della natività di Maria si fonda sul fatto che i fedeli hanno voluto venerare le persone e gli avvenimenti che hanno preparato la nascita del Cristo, sul piano umano e sul piano della grazia: la Madre, la sua nascita, la sua concezione, i suoi genitori e i suoi antenati (Mt 1,1-16. 18,23). Credere nei preparativi dell’incarnazione significa credere nella realtà dell’incarnazione e riconoscere la necessità della collaborazione dell’uomo all’attuazione della salvezza del mondo. La vera devozione a Maria conduce sempre a Gesù.

    La statuetta di Maria Bambina

    Intorno al secolo X-XI, nelle celebrazioni religioso vengono introdotte statue linee per rendere più visibile il fulcro della devozione ei fedeli. Le statue più diffuse sono quelle di Gesù Bambino. Nel corso dei secoli la presenza di queste statue si diffonde anche in ambito domestico e monastico e, per realizzarle, si utilizzeranno materiali diversi come la cera e lo stucco.

    A partire dalla metà del ‘500 i monasteri femminili diventano centri di produzione di queste starete (simulacri) soprattutto per opera dei francescani.
    Il cardinale Federico Borromeo (1564-1631), nella sua opera ‘De pictura sacra’ immagina la raffigurazione della natività di Maria rappresentata da una bambina avvolta in fascia e adagiata in mezzo a una luce a attorniata da angeli. Ed è ad una francescana che si deve il modello della statuetta più famosa di Maria Bambina, che riprende l’immagine del cardinal Borromeo.

    Suor Chiara Fornari, tra il 1720 2 il 1730, modella volti in cera di Gesù e di Maria bambina, e uno di questi raffigurante Maria Bambina venne portato a Milano da Mons Alberico Simonetta. Alla sua morte nel 1739, passa alla suore cappuccine di santa maria degli angeli a Milano che ne divulgano la devozione.

    Tra alterne vicende la statuetta la ritroviamo presso le suore di Carità di Lovere fondate da Bartolomea Capitano che pian piano verranno popolarmente chiamate suore di Maria Bambina.

    Sappiamo infine che il 9 settembre del 1884, una postulante delle suore di Maria Bambina, gravemente malata, guarisce immediatamente dopo aver toccato la statuetta che a l suo capezzale gli era stata portata secondo tradizione al termine della novena.

    Nel 1984 Giovanni Paolo II in visita al santuario dedicato di Maria Bambina a Milano disse: “C’è un capitolo nella spiritualità mariana che sembra specialmente aperto alla vostra contemplazione: Maria Bambina. Un mistero poco conosciuto…”.

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