Inaugurazione Cittadella Regionale: i discorsi ufficiali
Di Mattarella Oliverio e Abramo
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Di seguito i testi integrali dei discorsi pronunciati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Governatore della Calabria Mario Oliverio e del Sindaco Sergio Abramo all’inuagurazione della Cittadella Regionale
SERGIO MATTARELLA
Presidente Mattarella
La ringrazio sentitamente per aver accolto il nostro invito a partecipare a questa cerimonia di inaugurazione della “Cittadella Regionale”.
La Sua presenza è un’importante segno di attenzione verso la nostra terra e costituisce per noi motivo di orgoglio e di fiducia.
Oggi è una giornata particolare. Per la Calabria è una data solenne.
Anche i calabresi hanno la loro casa. Non è una nuova casa. E’ la prima casa.
Abbiamo dovuto attendere la X Legislatura perché anche la Calabria si dotasse di una sede unica degli uffici regionali.
La “Cittadella”, pur se è stata una scelta avvenuta in maniera contrastata e tardiva, costituisce un valore in sé.
Rappresenta un primo atto di riforma regionalista.
E’ un atto di riforma perché è, innanzitutto, una buona pratica di spending review. Cinque milioni di euro annui invece che essere impiegati per il pagamento dei canoni di locazione possono essere utilizzati per investimenti e servizi.
E’ un atto di riforma perché favorisce l’elevamento del tasso di efficienza e trasparenza dell’attività amministrativa.
L’Amministrazione regionale cessa di essere una sorta di araba fenice : era dislocata in ben trenta sedi di uffici allocati e sparsi nella città di Catanzaro.
Ora, disponiamo di una sede unica con una struttura moderna, facilmente accessibile che ha accorpato tutti gli uffici, intelligentemente progettata dall’illustre architetto prof. Paolo Portoghesi, a cui va il nostro ringraziamento.
L’intervento consta di 190.500 mq; il palazzo si eleva per 12 piani e contiene circa 2000 postazioni di lavoro.
Il cittadino e l’utenza possono così pienamente espletare il proprio diritto e partecipare attivamente alla definizione dei procedimenti amministrativi.
La Cittadella costituisce un riferimento importante per la riorganizzazione del sistema territoriale regionale.
In coerenza con il mandato affidatomi dai calabresi, ho inteso assumere come una priorità assoluta il completamento e la messa in funzione della Cittadella degli uffici regionali.
Una scelta che per quanto non semplice, per le difficoltà e le resistenze che ad essa si frapponevano, sarebbe stata inevitabilmente strategica e funzionale.
Senza il funzionamento della sede unica degli uffici l’azione di snellimento e di efficientamento organizzativo – amministrativo che stiamo compiendo sarebbe stata monca.
Senza questo adempimento, la scelta che abbiamo fatto di ridurre quasi di un terzo il numero dei dipartimenti e delle postazioni dirigenziali dell’amministrazione e quella di accorpamento e di messa in liquidazione delle aziende e degli enti sub regionali non avrebbero la giusta efficacia.
Anche la riforma dello Statuto regionale che abbiamo approvato all’avvio di questa legislatura ora avrà più compiutezza.
MARIO OLIVERIO
Egregio Presidente,
i calabresi Le sono immensamente grati per la Sua presenza oggi a Germaneto di Catanzaro.
La Sua presenza assegna all’avvenimento odierno un carattere storico.
Oggi è un nuovo inizio.
La Cittadella sarà necessariamente il luogo che simboleggia un regionalismo capace di interpretare e rappresentare la domanda dei diritti e dei bisogni che oggi sono assai diversi da quelli che irrompevano sulla scena storico-sociale al tempo in cui le Regioni sono nate.
In Calabria, la nascita della Regione ha rappresentato una scelta divisiva.
A distanza di quasi mezzo secolo l’eco di quelle lacerazioni è ancora presente.
Si espresse un moto di protesta che ebbe una dimensione popolare e di massa. Probabilmente quella vicenda troppo semplicisticamente è stata ricondotta ad una contrapposizione campanilista e valutata, forse superficialmente, secondo gli schemi di una rivolta dal carattere eversivo.
Quella protesta si manifestava sostanzialmente come la febbre rivelatrice della malattia di quel dualismo che per decenni ha sacrificato ad una condizione di sottosviluppo vaste aree meridionali ed oggi costituisce uno dei limiti strutturali alla crescita ed alla capacità competitiva dell’intero Paese.
Ora lo scenario è mutato.
Negli anni che abbiamo alle spalle si è paventato addirittura il rischio di una meridionalizzazione del “sistema Italia”.
Il mutamento dello scenario economico, sociale ambientale a livello globale impone la ricerca di un modello di sviluppo sostenibile del quale il Sud può costituire un punto di forza. Il Meridione è la chiave per una nuova dislocazione del nostro Paese e dell’Europa nel rapporto con la vasta area del sud del Mediterraneo. L’Italia può essere protagonista ed artefice di una nuova Europa solo se saprà interpretare le opportunità che offre il Mediterraneo.
Non bisogna avere paura o pensare solo a proteggersi dalle insidie che il nostro grande mare porta con sé.
Noi calabresi siamo orgogliosi di essere parte attiva del Sud di un Paese che si assegna questa missione.
Candidiamo la Calabria ad essere una piattaforma avanzata al servizio dell’area del Mediterraneo e a svolgere la funzione di importante porta di accesso per l’Europa continentale.
Preoccupa il riemergere di spinte nazionaliste e di sentimenti antieuropeisti.
Il nostro auspicio è quello che i muri si abbattano e non aumentino, che prevalga irreversibilmente l’Europa di Schengen, che si consolidi la moneta europea e che possa affermarsi compiutamente l’Europa dei territori e dei popoli.
Noi calabresi vogliamo essere protagonisti della costruzione di questa nuova Europa unita aperta e solidale.
Anche per questo siamo in prima linea nelle attività di assistenza e di accoglienza dei flussi di immigrazione che da Sud e da Oriente si rivolgono verso l’Europa.
Rinchiudersi è come voler fermare il vento con le mani.
La dimensione europea è la primaria fonte di aggiornamento del nuovo regionalismo.
Le competenze delle Regioni, la produzione legislativa nazionale e l’azione dei Governi sono fortemente condizionati dalle direttive europee.
Siamo in presenza non di una crisi ma di una evoluzione dello Stato nazionale.
Alla luce dell’approvazione in Parlamento della riforma costituzionale e della istituzione del Senato delle Regioni e dei Comuni necessita, prima ancora che ridisegnare i confini territoriali delle Regioni, un riordino del sistema istituzionale italiano.
In questo senso va sostenuta e portata a compimento l’opera di semplificazione che il Governo, presieduto da Matteo Renzi, sta perseguendo con la sua intensa azione riformatrice.
In assenza di un compiuto processo di riforma il rischio di un centralismo tanto più autoritario quanto meno autorevole è sempre più imminente.
Nelle Regioni, come la Calabria, dove è stato intenso, ad esempio, il ricorso all’istituto del commissariamento quasi sempre si sono accentuati i termini del fallimento del regionalismo.
Al fine di un rilancio del Sud e della Calabria, quello del nuovo regionalismo, non è solo tema di ingegneria istituzionale.
E’ necessario alimentare ed affermare la cultura della legalità, dei diritti, del rispetto delle regole. Fare crescere un nuovo senso civico.
La frontiera della innovazione deve guidare la utilizzazione delle risorse e le nostre Università devono essere il motore di questa sfida.
Alle classi dirigenti locali ancor di più in questa fase storica è richiesto rigore morale, credibilità ed affidabilità. La maggioranza dei calabresi ha affidato a noi il compito di una e vera propria rifondazione democratica.
E’ difficile che si possa accrescere il senso civico senza l’assunzione di una piena responsabilità delle classi dirigenti.
Questa è la via da percorrere per costruire il nostro futuro e per fare della Calabria una regione “normale”.
Non invochiamo alibi ma intendiamo assolvere innanzitutto al nostro dovere.
Il riaffiorare di forme di neocentralismo statale è alimentato spesso dalla critica alle classi dirigenti meridionali. Questo alibi va tolto.
Vogliamo metterci alla prova. In questo anno ci siamo già cimentati.
Al momento del mio insediamento alla Presidenza della Giunta regionale, nel dicembre 2014, Bruxelles segnalava gravi inadempienze nell’attuazione del programma 2007/13 e non era stato ancora trasmesso il documento di programmazione della nuova Agenda europea 2014/2020.
Abbiamo lavorato intensamente.
Dopo pochi mesi il Commissario europeo Signora Corina Cretu ha riconosciuto che è stata compiuta una “impresa prima non immaginabile”.
Abbiamo evitato che 2 miliardi di euro, di cui circa 1 miliardo e quattro provenienti dal vecchio programma, venissero dirottati verso altri territori europei.
Oggi queste risorse sono disponibili per la Calabria e debbono essere investite per lo sviluppo e la modernizzazione.
“Prima di tutto la Calabria….” non è una semplice invocazione ma è la consapevolezza della funzione che siamo chiamati ad esercitare.
Egregio Presidente.
“Prima di tutto la Calabria….” è anche consapevolezza che non ce la possiamo fare da soli.
Ciò non vuol dire rifugiarsi in una rivendicazione lamentosa e subalterna nei confronti dello Stato centrale.
Vogliamo sollecitare l’attenzione delle politiche nazionali prima ancora che sui punti di debolezza sui punti di forza del sistema calabrese.
Ovviamente, non è da sottovalutare l’aggravamento registrato nell’ultimo decennio degli indicatori sociali ed economici.
Abbiamo subito un processo recessivo progressivo e galoppante.
E’ impossibile oscurare una realtà contrassegnata dal reddito procapite più basso d’Italia (16.200 euro), dall’indice più alto di povertà (oltre il 26 % delle famiglie calabresi vive in condizioni di povertà relativa), dal tasso più alto di disoccupazione.
Senza una intensificazione degli investimenti pubblici è difficile ribaltare l’asse da una economia assistita e dipendente ad un modello di sviluppo autopropulsivo e produttivo.
E’ necessaria innanzitutto, una riduzione dei vincoli ed una correzione della politica dell’austerità da parte dell’Europa.
La sfida che dalla Calabria ci apprestiamo a sostenere è quella di utilizzare i fondi europei per investimenti rigorosamente finalizzati alla creazione di lavoro, al sostegno alle imprese, ad aumentare la competitività nei mercati esterni.
Le scelte che si vanno effettuando sulla prospettiva del porto di Gioia Tauro si iscrivono in questo contesto.
La nuova autorità portuale e l’avvio della procedura per la istituzione della zona economica speciale sono misure propedeutiche a questi obiettivi.
L’area dello stretto non divide ma unisce.
L’HUB portuale di quest’area è ormai il più importante tra i porti italiani.
La polifunzionalità, e non solo il trashpeament, rende il nuovo sistema portuale più attrattivo e competitivo in relazione ai traffici che interessano le rotte del mediterraneo, soprattutto dopo il raddoppio di Suez.
Una occasione questa per promuovere investimenti utili al completamento dei grandi corridoi nazionali ed europei.
La stipula di un “Patto per lo sviluppo della Calabria”, in atto tra Regione e Governo, è innanzitutto finalizzata all’abbattimento del divario infrastrutturale. Non è più sopportabile, anzi è sconveniente, che “Ferrovie Italiane” destini al Sud solo il 12% degli investimenti annui realizzati in Italia.
Parimenti non è conveniente che la Salerno-Reggio Calabria possa restare un’opera incompiuta. Il tratto più insicuro, lungo circa 50 Km sull’asse calabrese, non è stato ancora modernizzato. Eliminare la strozzatura calabrese della E90 e completare il corridoio Jonico-Adriatico è una convenienza per l’Italia e l’Europa.
Ma non solo interventi strutturali: sarebbe sufficiente, che ad esempio, Ferrovie provvedesse ad una efficientemento del servizio per istituire un collegamento diretto tra la Calabria e Roma, semplicemente evitando la sola fermata di Napoli, per abbattere di circa un’ora il tempo di percorrenza.
Per la connessione della Calabria, attraverso la rete di banda larga è già in atto una inversione di tendenza.
Entro quest’anno la Calabria sarà la regione che in Italia avrà la più alta copertura del territorio con la rete di fibra ottica.
Insomma!…. Non è illusorio ritenere possibile una riconversione delle criticità in opportunità.
Le peculiarità della Calabria, con i suoi tre parchi nazionali, le sue coste, le sue bellezze naturalistiche fanno del territorio la risorsa primaria per lo sviluppo.
Gli interventi richiesti per la cura e la manutenzione del territorio sono altamente produttivi prima ancora che utili alla prevenzione dei rischi naturali. Negli ultimi mesi abbiamo fronteggiato due gravi eventi alluvionali, con tempestività ed efficacia, grazie ad una azione sinergica, coordinata tra tutte le istituzioni competenti.
Sono crescenti le eccellenze che si vanno affermando soprattutto nei settori più trainanti dell’agroalimentare, del turismo e nell’ industria culturale.
Il nostro sforzo è quello di creare più lavoro e garantire più diritti, di creare opportunità di lavoro per tanti giovani e tante ragazze nella nostra terra.
Egregio Presidente,
il precedente di una visita del Presidente della Repubblica alla Regione Calabria risale a quando Carlo Azeglio Ciampi si è recato a Reggio Calabria, a Palazzo Campanella, per rendere omaggio alla salma del Vice Presidente del Consiglio Regionale onorevole Fortugno.
Franco Fortugno era una persona per bene, un sincero democratico. La presenza e le parole del Presidente Ciampi furono il messaggio più forte a sostegno dello sdegno e della reazione che la Calabria democratica ha manifestato per respingere il drammatico attacco mafioso.
E’ trascorso un decennio nel quale grazie all’impegno degli organi inquirenti e della magistratura sono stati inferti efficaci e duri colpi alle organizzazioni criminali mafiose. Per ultimo, questa mattina, con l’arresto di due superlatitanti nella Piana di Gioia Tauro. Un sentito ringraziamento rivolgo alle forze dell’ordine, al Procuratore ed alla Procura di Reggio Calabria.
La mafia anche in questi anni non è stata silente. Ha fatto sentire ripetutamente il peso delle minacce e delle intimidazioni.
Sono numerosi gli uomini delle forze dell’ordine ed i magistrati che con coraggio e professionalità sono stati in prima linea a contrastare i livelli organizzativi ed affaristici della ndrangheta, divenuta la più temibile potenza criminale, anche per la sua forza economica, a livello nazionale ed intercontinentale.
Molti di loro non hanno arretrato anche quando sono stati oggetto di gravi atti intimidatori.
Il recente attacco rivolto al Dottor Gratteri ne è testimonianza. A lui e alla sua famiglia rinnovo anche oggi la nostra solidarietà e vicinanza.
E’ numerosa la schiera degli amministratori locali ed esponenti istituzionali che viene fatta oggetto di atti di violenza. L’ultimo in ordine di tempo è il ripetuto attacco nei confronti del Presidente della Commissione regionale Antimafia, On. Arturo Bova, a cui rinnoviamo la nostra piena solidarietà
In Calabria registriamo il più alto numero di attentati ed atti intimidatori a danno degli amministratori locali.
Per quanto ci riguarda, come amministrazione regionale, riteniamo elemento fondante ed imprescindibile nell’impegno per un nuovo regionalismo la scelta della costituzione di parte civile della Regione nei processi di mafia e la esplicita dichiarazione di rifiuto dei voti della mafia.
Ho l’onore di presiedere la Giunta regionale che può operare per la prima volta dal suo Palazzo di Governo. Ciò per me è ragione di maggior impegno e responsabilità nel sostanziare il nuovo inizio del regionalismo calabrese.
In una occasione come questa non posso non ricoradre i tratti innovativi ed il carattere riformista del pensiero politico e culturale che ci ha lasciato in eredità il primo Presidente della Giunta regionale on. Antonio Guarasci.
Caro Presidente,
a nome di tutti i calabresi residenti in Calabria e all’estero, a nome di tutti i Sindaci e delle autorità istituzionali presenti, Le rinnovo il più affettuoso saluto e ringraziamento per essere qui tra noi. La Sua presenza scolpisce nel tempo questa giornata, ci fa sentire vicina la presenza dello Stato, ci rende fieri di essere calabresi, di essere terra di frontiera dell’Italia e dell’Europa, ci sprona ad un impegno ancora più convinto e determinato al servizio della nostra terra.
SERGIO ABRAMO
Signor Presidente della Repubblica, Signor Presidente della Giunta Regionale, Signori Sindaci, Autorità,
la solenne inaugurazione nella Città Capoluogo della sede del Governo Regionale della Calabria, alla presenza del Capo dello Stato, avviene in coincidenza con il Settantesimo anniversario della Repubblica Italiana.
E’ una circostanza allo stesso tempo suggestiva e significativa.
Si compie definitivamente in Calabria, sia pure a distanza di 45 anni, il sogno del regionalismo, un sogno che appariva monco proprio per la mancanza di un luogo-simbolo, in cui tutti i calabresi potessero riconoscersi.
Il cammino del regionalismo nella nostra Regione, come tutti sappiamo, è stato tormentato e segnato da profonde divisioni che hanno minato seriamente la vita democratica della nostra terra.
A me piace immaginare che questa maestosa opera possa essere percepita da tutti i calabresi – dal Pollino alle marine dello Stretto – come simbolo dell’unità regionale e della fine di tutti i campanilismi.
Signor Presidente,
nell’esprimerle la mia gratitudine per avere accettato l’invito rivoltole dal Presidente della Giunta Regionale, mi piace ricordare che le radici del nome Italia sono qui, in questo lembo di terra che divide i Golfi di Sant’Eufemia e Squillace, come riportano molte fonti dell’antichità.
Era la terra degli Itali, il popolo che adorava il totem-vitello. Un “re Italo” avrebbe, secondo la leggenda, guidato gli Enotri, indiscussi dominatori della parte meridionale dell’attuale Calabria.
Il nome Italia si sarebbe poi esteso, man mano, a tutta la Penisola, con l’avanzare della conquista romana.
E’ per tali motivi, così carichi di suggestioni e alti significati, che rinnovo anche in questa sede la mia richiesta al presidente Oliverio perché intitoli questa splendida opera agli Itali.
“Palazzo degli Itali” diventerà così non solo simbolo dell’unità tra tutti i calabresi, ma soprattutto simbolo dell’unità nazionale di cui Lei, Signor Presidente, è il massimo custode e garante.
Signor Presidente Mattarella,
la sua presenza a Catanzaro è un gesto che apre il cuore alla speranza.
La nostra Calabria continua ad essere uno dei “fanalini di coda” dell’Unione Europea, come impietosamente confermano tutti i più recenti studi.
La Calabria è sempre più povera in un Mezzogiorno che, a sua volta, si allontana dal resto del Paese.
C’è un dato, tra gli altri, che raggela. Secondo Svimez, ci sono più di duecentomila giovani calabresi, tra i 15 e i 35 anni, che hanno smesso di istruirsi e di cercarsi un lavoro.
E’ una resa incondizionata al sottosviluppo e alla rassegnazione, una situazione indegna di un Paese civile.
Da soli non possiamo farcela.
C’è bisogno di un grande piano per l’occupazione e lo sviluppo, c’è bisogno che i Governi investano sulla Calabria e sulle sue potenzialità e che contrastino con più determinazione i fenomeni di illegalità e criminalità, dotando le Procure e le forze dell’ordine dei mezzi necessari.
Non consenta, Signor Presidente della Repubblica, che la Calabria affondi.
Non consenta, con la sua autorevolezza e il suo carisma, che un pezzo della nostra Italia scivoli inesorabilmente verso l’abbandono.
Faccia diventare – e solo Lei può farlo – la Calabria una questione nazionale, un punto essenziale nell’agenda dei Governo, faccia comprendere a coloro che guardano alla nostra Regione con pregiudizio che la Calabria da problema può trasformarsi in straordinaria risorsa per tutto il Paese.
La Calabria fortunatamente non è solo frammentazione, isolamento, inadeguatezza della pubblica amministrazione, illegalità, sperpero, fragilità del sistema sanitario.
C’è una bella Calabria che reagisce, che non si rassegna, che guarda al futuro.
Sono i giovani, vanto delle nostre Università, a rappresentare la speranza.
Da questa valle si può scorgere, in lontananza, il luogo dove sorgeva il Vivarium di Cassiodoro, una delle prime università della storia. A poche centinaia di metri da qui, sorge il campus universitario “Magna Graecia” con le sue facoltà di scienze giuridiche e mediche. Gli studi sono il passato, ma anche il futuro della nostra terra.
La Calabria deve essere amata e difesa.
Come il Parco archeologico di Scolacium, anch’esso a pochi chilometri da qui, che conserva i ruderi delle antiche civiltà magnogreca e romana, ma che rischia – per mancanza di personale – di chiudere l’accesso ai visitatori.
La ringrazio, Presidente, per il riferimento che ha fatto, nel tradizionale messaggio di fine anno, ai problemi dell’ambiente.
La Calabria, con i suoi 8oo chilometri di costa e i suoi tre Parchi montani, rappresenta un tesoro ambientale per tutto il Paese. Ma bisogna fare di più per salvaguardare il mare dai fenomeni di inquinamento, realizzando un’efficiente rete di depurazione.
C’è tanto da fare per migliorare e potenziare il sistema di smaltimento dei rifiuti che purtroppo continua a registrare pesanti ritardi.
La ringrazio anche per l’accenno fatto, sempre nel messaggio di fine anno, all’importanza della raccolta differenziata.
A Catanzaro abbiamo avviato da appena un mese il sistema “porta a porta”, in alcuni quartieri, facendo registrare importanti risultati – siamo già al 65% nelle aree toccate dal nuovo servizio – grazie alla collaborazione dei cittadini.
I calabresi, Signor Presidente, sono cittadini eccezionali.
Sparsi in ogni angolo del mondo, riescono a fare valere le loro qualità umane e professionali.
I figli dei calabresi – come il presidente argentino Macri – sono l’orgoglio della nostra terra.
I calabresi sono tolleranti e accoglienti.
Nelle nostre città, nonostante gli innegabili problemi di integrazione, i migranti sono accolti con benevolenza e civiltà.
Non dimenticano, i calabresi, di essere stati i migranti degli ultimi due secoli.
Chiedono però strumenti per accogliere degnamente chi fugge dalle guerre e dalle persecuzioni e per contrastare invece chi arriva sulle nostre spiagge in maniera clandestina e con finalità criminali.
I calabresi sono coraggiosi e non hanno paura di battersi.
Ci sono tanti amministratori – Sindaci, consiglieri – e tanti onesti imprenditori che subiscono pesanti intimidazioni, eppure vanno avanti.
A loro va assicurata protezione e solidarietà reale.
Il simbolo di tanto coraggio è una piccola donna – Lea Garofalo – che ha saputo ribellarsi alla mafia e ai suoi rituali, pagando con la vita.
Qualche mese fa, abbiamo voluto onorarla a Catanzaro, dedicandole una scultura collocata in un giardino pubblico molto frequentato dai giovani.
A Lea Garofalo , Signor Presidente, vorrei dedicare questa giornata storica, quella che vorremmo fosse ricordata in futuro come la giornata del coraggio e della speranza, l’inizio di un nuovo cammino per la nostra amata Calabria.
Grazie ancora, Presidente.