Catanzaro, nasce azienda unica Pugliese Ciaccio e Mater Domini

Decisione unanime del Consiglio regionale che oggi ha approvato la legge.Il consigliere Tallini: risultato storico. Le reazioni

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    Il consiglio regionale ha approvato all’unanimità che determina la fusione tra il “Pugliese-Ciaccio” e la “Mater Domini”. Nasce ufficialmente l’Azienda ospedaliera “Mater Domini-Pugliese-Ciaccio”,- scrive il consigliere regionale Domenico Tallini la più grande Azienda sanitaria della Calabria, una delle più grandi del Meridione, con migliaia di dipendenti e articolata su più sedi. La Calabria era, assieme alla Basilicata, l’unica Regione del Meridione a non avere un’Azienda ospedaliera universitaria integrata. La nuova Azienda diventerà competitiva nel sud, soprattutto nei campi dell’oncologia e della cardiochirurgia, dove già si presentano delle eccellenze. Ma tutte le discipline riceveranno un grande impulso dall’integrazione. E’ questa la migliore risposta che la classe politica calabrese può dare alle posizioni populiste della ministra della salute Grillo che altro non ha saputo proporre ai calabresi se non l’allestimento di un ospedale da campo gestito dalla Protezione Civile. Non è retorica parlare di risultato storico sul quale la classe politica catanzarese ha saputo dimostrare grande senso di responsabilità, e per il quale va sottolineato il ruolo, importantissimo, avuto dal sindaco Sergio Abramo, che ha stimolato in maniera costante e produttiva gli incontri propedeutici alla predisposizione effettiva della legge varata oggi a Palazzo Campanella. Ci hanno provato in tanti, in questi 20 anni: presidenti di Regione, assessori e consiglieri regionali, sindaci, rettori, sempre senza risultato. Ci riesce invece oggi la rappresentanza catanzarese al Consiglio Regionale, da taluni bistrattata, ma che ha dimostrato in questa occasione di avere avuto più coraggio e determinazione di altri. Per questo risultato ringrazio, oltre allo stesso sindaco Abramo, tutti i colleghi firmatari del disegno di legge e il presidente della commissione Mirabello. Nessuno di noi accampa primogeniture, tutti abbiamo contribuito in parti eguali alla redazione della legge e al suo approdo in Aula. I forti interessi in palio hanno fatto naufragare ogni tentativo. Eppure i vantaggi dell’integrazione – già sperimentata con successo in molte realtà italiane – sono sempre stati evidenti. Innanzitutto, un forte risparmio sui costi dei servizi e un’ottimizzazione delle risorse umane, professionali e tecnologiche. Ma la cosa più importante era e resta lo scambio proficuo di esperienze tra il mondo ospedaliero e il mondo accademico. Gli ospedalieri del “Pugliese-Ciaccio”, che hanno sempre rappresentato un’autentica scuola medica in Calabria, mettono al servizio della facoltà di medicina e soprattutto dei futuri medici il grande bagaglio di un’esperienza acquisita sul campo, nella lotta che ogni giorno essi compiono per salvare vite umane e per alleviare le sofferenze degli ammalati. I docenti universitari, in cambio, mettono sul piatto della bilancia il frutto delle loro ricerche scientifiche, dei risultati acquisiti in anni di studio sulle principali patologie e soprattutto l’interscambio culturale e scientifico con le altre realtà accademiche del Paese e dell’estero. Quindi, più efficienza nei servizi, più risparmi, più qualità nell’assistenza, più capacità di aggiornamento della classe medica, più concorrenzialità con le altre realtà del Sistema Sanitario nazionale. Meno liste di attesa, meno episodi di malasanità, meno sofferenze per coloro che hanno patologie gravi. Solo così si potrò drenare il fenomeno, sempre molto consistente, dell’emigrazione sanitaria, fornendo ai cittadini le risposte che attendono. Ora, una volta approvata la legge, nessuno potrà tirarsi dietro, nessuno potrà lavorare nell’ombra per sfasciare tutto, perché nel provvedimento di legge è tutto fissato con precisione, anche i tempi per realizzare concretamente la nascita della nuova Azienda. Dovremo incalzare i ministeri competenti perché vengano sbloccati o recuperati i consistenti finanziamenti per la costruzione del nuovo ospedale di Catanzaro, con la realizzazione di nuovi e più moderni spazi per l’assistenza e per la ricerca. Abbiamo fatto il nostro dovere. Basterebbe questa legge per dare un senso ad un’intera legislatura e siamo orgogliosi di avere dato un contributo. Sono sicuro che questa legge produrrà i suoi benefici dall’efficienza del Sistema Ospedaliero dell’Area Centrale dipende l’efficienza dell’intero Sistema Sanitario della Calabria”.

    “Credo che questa occasione – ha detto Domenico Bevacqua del Ps – debba costituire anche un momento di riflessione per capire cosa possiamo fare in questi ultimi mesi di legislatura. Ritengo che in questi ultimi anni siamo andati troppo dietro al Commissario e poco ci siamo interessati di mettere in campo un piano socio-sanitario importante per questa regione. E ritengo indecenti l’atteggiamento del Ministro della salute, perché rappresenta una mortificazione del nostro ruolo”.

    Nel definire “apprezzabile” il risultato della concertazione maturata per la definizione della legge di integrazione delle Aziende ospedaliere della città di Catanzaro, Gianluca Gallo (Cdl) ha evidenziato come la decisione “venga presa in un momento in cui la sanità calabrese vive il suo momento peggiore, anche per i risultati dal punto di vista economico e finanziario che sono drammaticamente sotto gli occhi di tutti, con una esondazione del debito calabrese, nonostante anche le maggiori somme ottenute al tavolo della Conferenza Stato-Regioni, unitamente alla situazione dei servizi che è la peggiore d’Italia. Ma nonostante questo credo che a fronte di tutto questo, sia quello di oggi, invece, un bel messaggio che viene inviato dal Consiglio regionale”. Vincenzo Ciconte (Pd) ha parlato di “primo passo verso una nuova fase sanitaria per la Calabria. Mettere insieme le due ‘mission’ dell’assistenza e della ricerca, risulta fondamentale per lo sviluppo e il miglioramento della sanità nella nostra regione. Una scelta che, non illudiamoci, non risolverà i problemi dell’emigrazione sanitaria. È un processo molto lungo e molto duro da affrontare. Perché ci sono dei limiti strutturali, con due ospedali messi insieme, ma distanti sul territorio. Mentre in altre città le aziende uniche che si formano nel resto d’Italia si forma in un unico ospedale, innovativo dal punto di vista strutturale e tecnologico. Dobbiamo costruire un percorso mettendo insieme le migliori energie dell’università e dell’Ospedale per mettere questa azienda unica allo stesso livello di quelle del resto d’Italia”.

    Considerazioni simili sono venute da Giuseppe Pedà (Cdl) che però ha richiamato l’attenzione sugli ospedali della Sibaritide e della Piana, ricordando di avere avvertito sulla qualità di manager che erano stati nominati. Per Giuseppe Aieta (Pd) è ora tempo di mettere la sesta marcia, “nominare i primari laddove mancano, fare i concorsi: cioè dare fondo a tutte le energie positive di ciascuno. Perché è vero – ha sostenuto – che abbiamo avuto il travaglio del commissariamento, ma oggi abbiamo bisogno di accelerare e dare segnali importanti, e questo provvedimento che stiamo per approvare suggella questo nuovo clima”.

    Alessandro Nicolò (Misto) ha salutato positivamente l’approvazione del provvedimento, “ma non abbasseremo la guardia. Su questo versante – ha detto – c’è un management che è espressione della politica e questa si deve assumere le proprie responsabilità, e non capisco i progetti del Ministro della Salute Giulia Grillo che con il suo blitz in Calabria ha annunciato il commissariamento del commissariamento. Ho chiesto al Governo – ha detto ancora Nicolò – di esercitare il controllo della Regione ed eventualmente di esperire un’indagine rispetto alle cause e le concause che hanno determinato i disastri, indipendentemente dagli schieramenti, dell’ospedale di Locri”.

     

    Scalzo “Quella di oggi è stata una giornata storica per la nostra sanità. L’area centrale della Calabria finalmente può usufruire di un progetto e di una visione chiara, derivanti dal positivo esito del processo di integrazione dei quattro ospedali che, ciascuno con le proprie specificità, contribuiranno a dare una risposta efficace e importante in termini di offerta sanitaria per il territorio”. È quanto afferma il consigliere regionale Antonio Scalzo dopo l’approvazione in Aula all’unanimità della proposta di legge recante: “Integrazione delle Aziende ospedaliere della città capoluogo della Regione”. “Nasce oggi una grande realtà amministrativo-sanitaria che mette in rete la ‘Mater Domini’, cioè il più grande polo universitario del Mezzogiorno, il ‘Pugliese’ con le sue specificità, il ‘Ciaccio’ dedicato all’assistenza oncologica e il ‘Giovanni Paolo II’ di Lamezia Terme. Quest’ultimo ospedale, oltre alle specialistiche ormai storiche, può e deve ambire ad assumere un ruolo specifico soprattutto per la sua collocazione nel baricentro geografico della Calabria. In tal senso, Lamezia a mio avviso deve diventare sede del Centro Traumatologico Ortopedico regionale, sia in considerazione della sua vicinanza con l’aeroporto, che per la presenza delle Officine Meccaniche Ortopediche che rappresentano un’eccellenza della nostra sanità. Il voto di oggi in Consiglio regionale – prosegue Scalzo – è il frutto di una scelta politica che abbiamo sostenuto per lungo tempo e che, ne sono certo, garantirà ai cittadini servizi di qualità, con una distribuzione più razionale dell’offerta sanitaria e un più efficiente utilizzo delle risorse. Naturalmente il nostro impegno non si esaurisce qui e richiede ancora ulteriori sforzi per consegnare ai cittadini di Lamezia, di Catanzaro e di tutta l’area vasta una sanità che guardi al futuro. Il diritto alla salute, reso sempre più difficile nella nostra regione a causa dei danni prodotti dall’istituto del commissariamento – conclude il consigliere Scalzo – è oggi finalmente più concreto e in linea con il dettato della nostra Costituzione”.

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