La testimonianza dei laici: necessità urgente ed insostituibile nella Chiesa sinodale

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La Chiesa, in quanto istituzione, al giorno d’oggi, sta vivendo una crisi in termini di vocazioni e di seguito da parte del laicato.

Per tale motivo, è importante interrogarsi su quale sia il ruolo dei laici e come, attraverso la propria testimonianza, alcuni di essi possano riportare la Chiesa “sulla retta via”.

Questo bisogno è stato colto dagli adulti dell’Azione Cattolica della parrocchia di San Pio X di Catanzaro, che hanno organizzato un incontro, aperto alla diocesi e al mondo associazionistico, nel quale si sono analizzate le difficoltà del nostro tempo.

La discussione, introdotta e moderata da Raffaele Silipo, delegato regionale Adulti di Azione Cattolica, è stata stimolata dalle riflessioni esposte da Agnès Desmazières nel testo “L’ora dei laici. Prossimità e corresponsabilità”, commentate da Vincenzo Salvati, curatore e traduttore dello stesso, e da Salvatore Martino, direttore del Centro Studi “V. Bachelet” di Corigliano-Rossano.

 

Il commento di Vincenzo Salvati

 Prima di entrare nel vivo dell’incontro, Raffaele Silipo ha spiegato che lo stesso rappresentava “un’occasione per comprendere il nostro ruolo di laici nella Chiesa”. Inoltre, parlando del libro della Desmazières, ha affermato: “Offre una visione conciliare della Chiesa, che spesso si dà per scontata ma così non è”. Successivamente, Salvati ha parlato dell’autrice, che “è una teologa e storica francese, che scrive sul quotidiano ‘Le Monde’ e tratta diverse problematiche legate alla Chiesa”.

“In questo volume – spiega il traduttore – la teologa insiste molto sulla relazione tra clero e laici: fanno due percorsi separati ma possono arricchirsi mettendo in gioco i propri carismi”.

“Il tutto – aggiunge – nell’ottica di una Chiesa orizzontale, in cui tale relazione metterebbe in risalto le qualità di tutti, anche dei chierici che lavorano a servizio della Chiesa e della comunità ma che vengono messi in cattiva luce dagli scandali della Chiesa stessa. La mancanza di relazione porta alla sofferenza di non poter compiere la propria missione ed alcuni laici, scoraggiati, abbandonano il percorso”.

In seguito, il curatore del libro si è soffermato sul ruolo dei teologi e sull’importanza delle testimonianze. “I teologi – illustra – sono quelli che hanno un cervello critico, che mettono la loro conoscenza al servizio dei laici e si pongono domande.

Agnes lo fa, smontando anche alcune dinamiche della Chiesa”. “Oggi viviamo una decristianizzazione – sottolinea Salvati – in Italia la partecipazione a messa si è ridotta dal 37% della fine degli anni 90’ al 23% del 2019, con un decremento anche nella presenza delle donne”. “Siamo ritornati alle origini: – conclude – un piccolo gregge che può essere in grado di fomentare la massa. La speranza è che il sinodo in atto porti un risveglio nella Chiesa ed a tutti i livelli”.

 

Le parole di Salvatore Martino

 Il direttore del Centro Studi “V. Bachelet”, nel corso del suo intervento, ha evidenziato che “la Chiesa ha segmentato il lavoro, concentrandosi su alcuni temi e dimenticandosi dell’attualità”. “È diventata un’agenzia di servizi – commenta Martino – bravissima ad organizzare iniziative ed a raggiungere obiettivi ma poco centrata sul diffondere la conoscenza di Dio”. “Bisogna mettere da parte il protagonismo, – la sua chiosa – recuperare lo spirito che faceva interrogare le persone e restituire alle parrocchie la loro funzione: testimoniare Gesù Cristo”.

 

L’intervento conclusivo da parte di alcuni esponenti delle associazioni diocesane

 A margine dell’incontro, sono intervenute: Iolanda Tassone, presidente diocesana di Azione Cattolica della diocesi di Catanzaro-Squillace; Valeria Vespertini del Gruppo Scout Catanzaro 9 – Agesci; Francesca De Caro, Vice-Presidente Adulti di Azione Cattolica della diocesi di Catanzaro-Squillace. La presidente ha esortato i laici ad “abitare il proprio tempo, sentendosi chiamati a dare il proprio contributo”.

“Si può offrire tutto ciò che si adatta alla propria dimensione – sottolinea – praticando la presenza, la preghiera, la partecipazione, la prossimità e la partenza”. A tale riflessione, Valeria Vespertini ha aggiunto che “tutto ciò va fatto non nel tempo libero ma nel tempo liberato”. “Ciò significa – evidenzia – trovare spazio adeguato ad una cosa a cui teniamo, per farla insieme ad altri e raggiungere degli obiettivi. Bisogna avere la consapevolezza che dobbiamo essere presenti, partecipare e portare in una comunità i nostri talenti”.

De Caro, infine, ha lanciato una provocazione: “La Chiesa, è vero, non è un’agenzia di servizi ma i laici che sono presenti nel terzo settore hanno perso il valore della gratuità, del volontariato, e quando si gioca con i soldi si perde quello che è lo spirito del Vangelo”. “Ci deve essere una risposta ai bisogni della comunità – conclude – ma dobbiamo fare attenzione a non incorrere in questo errore”.

Le conclusioni dell’incontro sono state affidate a Mons. Franco Isabello, parroco di San Pio X, che ha dichiarato: “È veramente l’ora dei laici, noi non saremmo sacerdoti e Chiesa se voi non ci foste e viceversa. Questa alleanza è naturale”.

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