“Catania escluso. Non siamo su scherzi a parte, siamo in Lega Pro”

Riscrivere la classifica a tre giornate dal termine può avere effetti devastanti per il morale ed anche per l’aspetto atletico di una squadra di calcio che si rispetti

di Antonio Ludovico*

Siamo su “scherzi a parte”? No. Siamo in Lega Pro.
E dunque è accaduto quel che tutti sapevano da tempo, ciò che era nell’aria da almeno otto mesi: il Tribunale fallimentare di Catania ha comunicato che “in data odierna ha disposto la cessazione dell’esercizio provvisorio del ramo caratteristico di azienda calcistica della Calcio Catania spa.” In soldoni: il Catania sparisce dalla lega Pro a tre giornate dalla fine e classifica rimodulata con il Catanzaro che scivola in quarta posizione. Se questa non è una beffa, diteci voi che cos’altro ci si deve attendere da dirigenti che sugli occhi hanno i prosciutti, da presidenti di Lega che fanno del dilettantismo un vanto, da una categoria che di professionistico non ha proprio nulla.

Per di più, con l’aggravante di avere già “preso in esame” (si fa per dire) casi analoghi negli anni scorsi: come dimenticare i campionati farsa di squadre come il Matera e il Trapani, compagini che già ai nastri di partenza non avrebbero dovuto cominciare i rispettivi tornei? Come se non bastasse, esattamente come una sceneggiatura scritta da un maestro del brivido come Hitchcock, a farne le spese risulta essere proprio la squadra del Presidente Noto. La quale si vede scavalcata da Avellino e dal Palermo, scivolando al quarto posto in classifica.

Ma non finisce qui: perché il Foggia perde 6 punti e lunedì giocherà alla morte per rientrare in una posizione di classifica più consona e la Vibonese , già con un piede e mezzo in serie D, guadagna 6 punti sulla Paganese, il che aumenta la rabbia e la convinzione della nostra consorella di giocarsi il tutto per tutto all’ultima giornata proprio contro gli uomini di mister Vivarini. Che dire? Siamo su “scherzi a parte”? È un ritardato “pesce d’aprile” o cosa? Perché riscrivere la classifica a tre giornate dal termine può avere effetti devastanti per il morale ed anche per l’aspetto atletico di una squadra di calcio che si rispetti. Una squadra di calcio che rispetta tutti i parametri, che paga regolarmente, che non ha mai avuto neanche un centesimo di debito con i vari organismi, che ha sempre onorato tutte le scadenze.

Perché questo becero dilettantismo allo sbaraglio? A chi giova una gestione così approssimativa di una categoria che fa girare tanti interessi e milioni di euro? Come sia possibile che nessuno sapeva ciò che anche le pietre sapevano a memoria, cioè che il Catania calcio non aveva nessun parametro non per proseguire questo maledetto torneo, ma per iniziarlo? Come sia stato possibile arrivare addirittura a tre giornate dal termine senza avere preso alcuna decisione in merito? Tutto ciò sa di pressappochismo, di faciloneria, di menefreghismo portato alle estreme conseguenze. Non mi meraviglierebbe una protesta clamorosa dei giallorossi, della società , dei nostri dirigenti, dell’ambiente intero. Ciò che ripugna è che – ripeto- tutti sapevano, ma ignobilmente si sono voltati dall’altra parte. Vergogna, vergogna, vergogna.

*avvocato