Catanzaro città turistica e il cartellone di “benvenuto” sbiadito a cui nessuno fa più caso

Un “biglietto da visita” che tradisce le aspettative di una città che si propone di diventare attrattiva. Restituire dignità all’ingresso del Capoluogo è prima di tutto una questione di decoro urbano

Del grande cartellone installato all’imbocco della galleria del San Giovanni, la lingua di strada che si snoda sotto il complesso monumentale collegando il viadotto Bisantis e la rotatoria Gualtieri, resta un drappo sbiadito, consumato dal tempo e dall’incuria.

 

Un “biglietto da visita” che tradisce le aspettative di una città che si propone di diventare attrattiva per i turisti alla ricerca di una esperienza culturale calata nelle tradizioni di un luogo ricco di storia, come può essere il centro di un borgo antico dalle mille suggestioni.

 

Certo, siamo consapevoli che non è un cartellone malconcio che rappresenta la priorità tra le tante criticità che chi è stato chiamato a governare deve affrontare per garantire una migliore qualità della vita alla sua comunità. Ma quello del decoro urbano è comunque un problema che ha a che fare con la fruibilità e la godibilità di una città: sia per i suoi cittadini che per i turisti che speriamo la possano frequentare numerosi.

 

Si fa presto a dire “valorizzazione dei centri storici e turismo sostenibile”: ma davanti a quello che resta di un pannello dettagliato e colorato, chiamato ad “accogliere” – non solo turisti disorientati a caccia di informazioni – che oggi è un monumento al degrado, come sperare in un cambiamento nella direzione di una vera attenzione alle potenzialità turistiche di Catanzaro e del suo centro storico?

 

Insomma, con la vocazione turistica, ma soprattutto con il decoro, quel maxi-cartellone usurato dal tempo all’ingresso della Galleria del San Giovanni, ha poco a che fare.

In quel gigantesco rettangolo di carta usurato dalla pioggia e dal vento a mala pena si intravedono resti di quella che doveva essere una frase di benvenuto, tanto che non sappiamo nemmeno dire di cosa si tratta.

 

Qual è l’ultima traccia di inchiostro che emerge dalle stratificazioni? Dovrebbe essere la riproduzione di “Marilyn”, uno dei più famosi décollage di Mimmo Rotella, che era stata donata al Comune nel 2014 in occasione delle celebrazioni del padre della Pop Art per dare un suggestivo benvenuto a tutti coloro che arrivano a Catanzaro. Ma potremmo anche sbagliare: non si riesce a ricordare nemmeno quale Ente, Istituzione, Amministrazione pubblica abbia installato quel cartello. E non è una giustificazione alla mancanza del “prendersi cura”.

 

Quello che è certo è che: se negli anni che si sono succeduti all’installazione del cartello, mentre il messaggio di benvenuto sbiadiva sotto i colpi dell’usura del tempo, nessuno (prima di tutto la pubblica amministrazione) ha sentito il bisogno di intervenire per restituire dignità all’ingresso della città, ripristinando minime condizioni di decoro urbano, c’è qualcosa che non va.

Servirebbe un sussulto di dignità, anche pensando ai tifosi delle squadre della serie cadetta che – prima o poi – raggiungeranno lo stadio “Ceravolo” per assistere alle partite della propria squadra del cuore contro i Giallorossi.

Perfino Campobasso – che ha poco più della metà degli abitanti di Catanzaro- di recente si è messa in ghingheri per accogliere i tanti turisti attesi in occasione degli eventi organizzati per il Corpus Domini: il cartellone con su scritto ‘Campobasso – La città dei Misteri’, con il “benvenuto” e la foto simbolo dei Misteri con il diavolo che si fa sberleffi di una donzella serissima è stato posizionato all’ingresso situato presso la zona industriale.

Catanzaro città turistica, pensando anche alle piccole cose. Del resto, come ci insegna Laozi (filosofo e scrittore cinese antico del VI secolo a.C): “Anche un viaggio di mille miglia inizia con un primo passo”.