Astarte presenta “Regalami un sorriso” per ospitare le donne vittime di violenza in situazioni di emergenza

Tra gli obiettivi quello di colmare la carenza di posti letto nelle case rifugio

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Si chiama “Regalami un sorriso” ed è il progetto realizzato dall’associazione Astarte in collaborazione con il Comune di Catanzaro, finanziato dalla Chiesa valdese con le risorse dell’8 per mille.

Generico febbraio 2024

Il progetto, presentato nel corso di una conferenza stampa nella sede del Centro Antiviolenza S.O.S. Astarte Donna dalla presidente dell’associazione Maria Grazia Muri e dall’assessore comunale alle Politiche sociali Giusy Pino, prevede la realizzazione di un elenco di nuclei familiari o donne singole disponibili ad ospitare, temporaneamente e nelle situazioni di emergenza, donne vittime di violenza, anche con figli a carico fornendo loro protezione immediata.
Il progetto ha un duplice obiettivo: favorire la fuoriuscita dalla violenza delle vittime e colmare la carenza di posti letto nelle case rifugio.

«E’ capitato che in situazioni di emergenza le donne vittime di maltrattamenti sono state accompagnate in B&B o in strutture per anziani proprio per la carenza di posti disponibili nei centri antiviolenza. Il progetto – ha spiegato Maria Grazia Muri – serve a colmare questa carenza. Avrà una durata di un anno e sarà gestito da una équipe multidisciplinare all’interno dell’associazione Astarte, dalla nostra assistente sociale Simona Biafore alla nostra psicologa Vittoria Frojio, in stretta collaborazione con i Servizi sociali del Comune di Catanzaro con cui abbiamo firmato un accordo di partenariato».

La presidente dell’associazione Astarte ha descritto una situazione sul territorio molto complessa: «Noi abbiamo una media di 70 donne seguite all’anno, 80 l’anno scorso, sia per quanto riguarda la città di Catanzaro che della provincia, a volte anche donne di altre province che vogliono allontanarsi dal luogo in cui vivono. L’aumento del numero di donne che si rivolgono a noi però fa emergere anche una evoluzione dell’aspetto culturale: le donne iniziano a prendere coscienza e denunciano. Una cosa molto bella in questo progetto – ha concluso Maria Grazia Muri – e che stanno dando disponibilità a partecipare delle donne che si sono rivolte a noi in passato perché vittime di violenza, e che ora sono reinserite socialmente e hanno disponibilità di un posto a casa».

Per l’assessore Giusy Pino si tratta di un progetto innovativo «perché interviene nel momento più delicato che la donna vittima di violenza si trova a dovere affrontare che è quella dell’emergenza. Nell’immediatezza della denuncia o del ricovero in pronto soccorso, la donna si trova spesso costretta a ritornare nel contesto familiare in cui si sono verificate le violenze, o a intraprendere il percorso previsto dalla legge con i centri antiviolenza. Il problema è che i pochi centri sul territorio hanno posti limitati e spesso sono completamente occupati. In emergenza non si sa spesso dove ospitare una donna che non ha alle spalle un nucleo familiare originario che possa accoglierla. Con questo progetto si riesce a dare tranquillità alla donna ed eventualmente ai suoi figli in una fase così delicata».

A margine della conferenza l’assessore Pino, che è anche coordinatrice dell’Osservatorio regionale per la violenza di genere, ha anticipato che il prossimo 8 marzo la presidenza del Consiglio regionale della Calabria sottoscriverà con la commissaria Aterp Maria Carmela Iannini un protocollo d’intesa per l’assegnazione di alcune case popolari dislocate sul territorio regionale alle donne che escono dai centri antiviolenza: «Si darà così sostegno alle donne che devono essere reinserite nel contesto sociale, anche se non hanno ancora raggiunto una indipendenza economica, liberando allo stesso tempo posti nei Cav per l’emergenza».

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