Troppe bare in attesa di sepoltura, Don Perrelli: “I morti vengono considerati elementi di disturbo nello stile della vita di oggi”

Monito del cappellano del cimitero urbano per le numerose salme ferme in obitorio

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    di don Andrea Perrelli*

    Nella festa di Santa Caterina da Siena, Patrona d’Italia, mentre si avvicina il mese di Maggio, sorriso dalle grazie della Madonna “Porta del Cielo”, guardiamo ai nostri cimiteri, con uno sguardo altamente meditativo e per chi ha responsabilità di governo, facendo mie le parole del Vescovo catanzarese Monsignor De Riso, di “questa amatissima e cara Catanzaro” uno sguardo creativo, fattivo, programmatico e costruttivo. Proclamare e celebrare la morte e resurrezione del Signore è per la Chiesa un evento eloquente della sua Fede, con l’apostolo Paolo, “nascosta con Cristo in Dio”.

    La morte illumina la vita e nella vita oltre la morte, ne rivela il senso

    Accettare e vivere, che la nostra giornata declina, ci prepara ad un giorno nuovo, ad una alba sempre più bella. Ma, guardiamo anche a chi è toccato dalla morte e il Signore della vita, come a Betania, Nain, nella casa del centurione, non è assente, da questa dolorosa esperienza, condividendola con i suoi figli. La morte, non si può ignorare. È l’unico evento che, con sicurezza, si affaccia come una finestra aperta, nel futuro della nostra quotidianità. Oggi, questo mistero è ignorato, messo in disparte, esorcizzato.

    La morte ed i morti vengono considerati elementi di disturbo nello stile della vita di oggigiorno

    La Chiesa Cattolica ha sempre indicato la sepoltura del corpo dei defunti, come la forma più giusta, favorendo il ricordo, con la preghiera di suffragio dei familiari e degli amici. Attraverso la pratica della sepoltura nei cimiteri, viene onorato, per chi crede, e per chi non crede, è un atto di civiltà nella dignità umana verso la persona che non c’è più e nei luoghi di sepoltura, viene espresso il rispetto per i defunti, dove anche il corpo inanimato ha una sua dignità. Fin dall’antichità, i cimiteri, dimore dei morti, divennero e sono ancora oggi, luoghi di culto e pellegrinaggio, espressione altamente eloquente della memoria della dignità personale dei defunti, luoghi di speranza, consolazione ed aiuto, dove, virgolettando Papa Francesco: ” la domanda che si eleva a Dio come un grido, invece è salutare. È preghiera. Essa costringe a scrivere dentro un ricordo doloroso ed a piangere la perdita, diventa al contempo il primo passo dell’invocazione ed apre a ricevere la consolazione e la pace interiore che il Signore non manca di donare”.

    La soglia dei nostri cimiteri divide due mondi dove solo la pietà cristiana li unisce ed i ricordi non salvano le lacrime

    “La storia –  scriveva Heinrijh Heine è un grande obitorio in cui ciascuno viene a cercare i suoi morti coloro che si sono amati o coloro ai quali si è uniti da legami di parentela”. Che la Vergine Santissima, con il nostro Patrono San Vitaliano, custodi del nostro cimitero, Lei la Mamma più bella del Cielo, che accoglie i nostri cari dell’obitorio vicino, rivolge il suo sguardo benedicente, con il poeta dei morti Giovanni Pascoli: “quegli occhi si grandi, si buoni, si pii, che da quando li apristi ne diedero dolci perdoni, ne sparsero lacrime tristi. Quegli occhi si puri, si grandi coi quali perdoni e domandi pietà”.

    *Cappellano Cimitero Urbano di Catanzaro

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