Accusato di maltrattamenti in famiglia, torno in libertà il 54enne di Sellia Marina

Accolta la richiesta del difensore avvocato Franco Janfer Critelli

Più informazioni su

Torna in libertà il 54enne D.B., di Sellia Marina, che lascia gli arresti domiciliari cui era stato sottoposto nello scorso mese di dicembre con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Il tribunale collegiale di Catanzaro (presidente Beatrice Fogari, a latere Marilena Sculco ed Elisa Fabio), in accoglimento della richiesta del difensore avvocato Franco Janfer Critelli, ha disposto la sostituzione della misura con quella del divieto di avvicinamento alla persona offesa.

L’uomo era stato arrestato dai carabinieri di Sellia Marina il 23 dicembre dello scorso anno e sottoposto a giudizio immediato con l’accusa di reiterate minacce, aggressioni verbali e fisiche ai danni della compagna, anche in presenza di una minore.

Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal sostituto procuratore Graziella Viscomi, a causa della sua gelosia ossessiva, l’uomo le inveiva spesso contro, la pedinava elettronicamente quando utilizzava l’auto, le controllava i telefoni e i social, l’accusava ogni giorno di frequentare altri uomini, la aggrediva quotidianamente con pugni e schiaffi nel corso di litigi scaturiti da futili motivi.

Accuse che l’imputato ha sempre contestato fermamente, dichiarando la propria innocenza. Nelle dichiarazioni spontanee rese al Tribunale, lo stesso D.B. ha manifestato la volontà di allontanarsi della donna, sostenendo di essere accusato ingiustamente. Nelle dichiarazioni spontanee rese al Tribunale, lo stesso D.B. ha manifestato la volontà di allontanarsi della donna, sostenendo di essere accusato ingiustamente. Il suo difensore ha rimarcato l’innocenza dell’uomo, confidando nella piena verità e nella giustizia.

Nella richiesta di sostituzione della misura cautelare, l’avvocato Franco Janfer Critelli, oltre ad avere rimarcato la totale incensuratezza e la condotta collaborativa dell’imputato, ha prodotto l’adesione del 54enne ad una concreta proposta di lavoro nel Nord Italia, convincendo il giudice dell’attenuazione delle esigenze cautelari considerata l’esigenza lavorativa a oltre mille chilometri dalla residenza della persona offesa, a tutela della quale è stata ritenuta adeguata la misura del divieto di avvicinamento.

Più informazioni su