I vuoti a perdere e il “nodo di sangue” nel Partito Democratico

Come si legano (e si sciolgono) la segreteria di federazione e la candidatura a sindaco di Catanzaro

In politica i vuoti non sono a perdere. Una volta lasciati a disposizione si riempono di nuovo e altro contenuto. È la condizione nella quale, per colpa o per dolo, si ritrova oggi il Partito democratico, e con esso il centrosinistra tutto, nell’affrontare il delicato e cruciale passaggio delle amministrative di Catanzaro programmate per la primavera del corrente anno. Distratto da altre incombenze, d’altra parte necessarie e necessitate, lo stato maggiore del PD ha lasciato iscritti, militanti e quadri senza una guida riconosciuta e condivisa, affidandosi al volenteroso spontaneismo dei circoli cittadini che si sono mossi secondo quanto suggeriva loro il cuore più che la dura razionalità politica.

Di fronte alle evoluzioni della segreteria nazionale e assecondando l’avvicendamento rocambolesco da Zingaretti a Letta, ubbidendo alle suggestioni dell’allargamento del campo: tessere fili e costruire reti con i movimenti e i partiti di prossimità era sembrato l’unico stratagemma utile a uscire dalle sabbie mobili dell’immobilismo. Il lato razionale, le technicalities applicate alle humanities, avrebbe dovuto prefigurare il momento attuale, nel quale oltre che costruire alleanze si tratta di stilare liste e trovare sponsor capaci di movimentare non solo idee ma anche voti. Ovvero, coinvolgere l’apparato, nelle accezioni positive e negative del termine, di un partito piantato nel territorio con uno zoccolo permanente, forte di sindaci, di rappresentanze elettive ed elettorali. Solo che questo apparato, pur mille volte sollecitato ed esplorato, per lungo tempo non ha risposto. Semplicemente perché non c’era. Si era appunto creato il vuoto. Soltanto adesso, quando si intravede l’ossatura di un organigramma stabile e duraturo, il PD stabilizzato nella segreteria regionale affronta il “nodo Catanzaro” riconoscendogli la rilevanza di ordine nazionale che non può non essergli assegnata. Prima e più immediata mossa, convocare il coordinatore dei circoli cittadini, Salvatore Passafaro.

L’invito è del segretario Nicola Irto, all’appuntamento sopraggiungono il deputato cittadino Antonio Viscomi e i consiglieri territoriali Raffaele Mammoliti ed Ernesto Alecci. Del significato dell’incontro abbiamo scritto ieri su queste pagine, e non ritorneremo. Si può aggiungere semmai, e sottolineare più di quanto già fatto, il sovrapporsi delle due caselle da riempire: la segreteria provinciale di federazione e l’indicazione di partito alla candidatura a sindaco di Catanzaro, invocata, attesa, in netto ritardo rispetto al ruolino di marcia. In soldoni, si può ragionevolmente presupporre che al giovane coordinatore cittadino, principale tessitore dell’aggregazione nota come “Nuovo centrosinistra” che ha già indicato in Nicola Fiorita il suo candidato sindaco, siano stati esposti ragionamenti più o meno diretti dai quali la conclusione da trarre è che occupare da vincitore le due caselle, la segreteria provinciale e l’opzione per la candidatura, risulta essere incompatibile con gli equilibri interni del partito, finalmente raggiunti con la conclusione del commissariamento e le pur perdenti elezioni regionali. Più opportuno, meglio aderente alle ragioni di partito, che Passafaro e con lui i circoli, restringano le loro ambizioni alla segreteria cittadina che automaticamente comporterebbe l’esclusiva competenza nella scelta del candidato ufficialmente sostenuto dal PD.

Lunedì dovrebbe arrivare il responsabile nazionale per gli Enti Locali Francesco Boccia, che ormai del partito calabrese conosce molto per lunga consuetudine. Molto ma non tutto. Dovrebbe essere, qualora confermato, lo snodo fondamentale per sciogliere l’intricato nodo che tiene insieme i due appuntamenti catanzaresi, il congressuale e l’elettorale. Due fili ambedue importanti, di pari o simile spessore. Fossimo in una battuta di pesca, sarebbe un “nodo di sangue”. Abbastanza facile realizzarlo, difficilissimo da sciogliere.