A Palazzo Campanella evapora la proposta di legge sulle sale giochi

Ritirato il punto in discussione lunedì. I subentri post elezioni e i consigli del presidente Occhiuto per il miglior utilizzo delle Commissioni consiliari

Il Consiglio regionale convocato dal presidente Filippo Mancuso alle 14,30 di lunedì 12 dicembre si aprirà con due atti formali, del resto attesi: la surroga di Nicola Irto in seguito all’elezione al Senato nella lista del Partito democratico e la presa d’atto delle dimissioni di Fausto Orsomarso dopo la sua elezione al Senato nella lista di Fratelli d’Italia. Sembrerà strano ai non addetti ai lavori, ma le due prese d’atto delle elezioni politiche di settembre ai fini della composizione del Consiglio regionale registra sì un palese ritardo, ma del tutto in linea con le abitudini e la prassi vigenti in questi casi. Da una parte la Giunta per le elezioni di Palazzo Campanella non ha preso in esame il fascicolo delle incompatibilità, né segnali di premura vengono dalle istituzioni parlamentari sovraordinate. Per cui rimangono ancora parlamentari e consiglieri regionali gli altri due interessati: Giovanni Arruzzolo (Forza Italia) e Simona Loizzo (Lega), questi ultimi due capigruppo, circostanza che probabilmente influisce sulla risoluzione dell’impasse, inattesa che si ristabiliscano gli equilibri interni. Lunedì quindi saranno chiamati a subentrare due nuovi consiglieri, primi dei non eletti nelle rispettive liste: Giovanni Muraca per Irto e Sabrina Mannarino per Orsomarso. Tutto risolto? Neanche un po’. Perché Muraca, sospeso dall’incarico di assessore comunale a Reggio Calabria in seguito alla condanna nel processo Miramare, dovrà presto dare spazio al secondo dei non eletti nella lista Pd della circoscrizione Sud, Antonio Billari, già consigliere regionale nella passata legislatura.

Intanto, dall’ordine del giorno di lunedì evapora il punto più controverso che ha messo a dura prova la compattezza della maggioranza consiliare di centrodestra e causato una massiccia levata di scudi da parte di larghi settori dell’opinione pubblica calabrese, compresa quella episcopale: la proposta di legge che interveniva in senso permissivo sulla normativa che regola sale giochi e slot machine. Presentata da tutti i capigruppo di maggioranza, in discussione nell’ultima seduta, aveva visto prima lo sfilarsi di Loizzo, poi il venire meno del numero legale e la fine della seduta, quindi le perplessità del presidente di Giunta Roberto Occhiuto e infine la decisione, comunicata ieri da parte di tutti i capigruppo, di soprassedere alla discussione e di addivenire al ritiro della proposta. Anche perché dal punto di vista tattico la discussione aveva prodotto l’effetto secondario e non auspicato del ricompattarsi dell’opposizione di centrosinistra sul punto, in perfetta antitesi con il disgregarsi della controparte.

A margine della controversia, è interessante notare l’intervento di Occhiuto, che oltre che nel merito della proposta è entrato anche nel metodo, suggerendo ai consiglieri di Palazzo Campanella di utilizzare molto più efficacemente lo strumento delle audizioni nelle Commissioni consiliari in modo di pervenire a una sintesi efficace e quanto più condivisa con gli aventi causa e interesse prima di portare provvedimenti in aula. Occhiuto lo ha fatto da esperto conoscitore dei meccanismi assembleari e chiedendo quasi venia per l’invasione di campo, ma è probabile che sul punto possano innescarsi ulteriori postille polemiche, sia pure sotto forma edulcorata di precisazioni e distinguo. Le paternali sono ben accette fin quando le pronunciano i vescovi, ma pungono sul vivo quando il pulpito è marcatamente laico.