Nuova casa per il Tar, Furriolo: la sfida della riqualificazione della città al servizio della regione

"Credo che il Sindaco Fiorita non avrà difficoltà a guardarsi intorno già su Corso Mazzini per rendersi conto che da decenni è chiuso lo storico ex Albergo Centrale, cuore pulsante della vita sociale e civile, in definitivo abbandono"

Riceviamo e pubblichiamo:

Bravo Alfredo!

Finalmente si parla il linguaggio della chiarezza e della concretezza.

Il TAR cerca casa e la città ha una grande opportunità per dimostrare di credere ancora in una possibilità di rinascita.
Come dice lucidamente l’avvocato Alfredo Gualtieri, Presidente della Camera Amministrativa Distrettuale, Catanzaro deve cogliere questa opportunità per dare un segnale concreto della volontà di rivitalizzare il centro storico agonizzante attraverso l’ insediamento di servizi di primissimo livello come la sede del Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria.

 

Per la verità la vicenda degli uffici del massimo organo della giustizia amministrativa si intrecciano in maniera esemplare con le incredibili vicende urbanistiche della città dell’ultimo trentennio. Infatti la sede del TAR era stata prevista già nella fine degli anni 80 con la Variante Spagnesi in Via Argento, nell’area in cui stava sorgendo il secondo Palazzo di Giustizia e accanto agli attuali uffici del Giudice di Pace, realizzando così quella cittadella giudiziaria immaginata da Gualtieri. Ricordo il grande lavorio dell’indimenticabile e scoppiettante Vincenzino Menniti, assessore ai Lavori Pubblici della Giunta da me guidata, che aveva catalizzato l’interesse e il consenso al progetto da parte di tutti i soggetti amministrativi, professionali e politici della città. Purtroppo le amministrazioni comunali susseguite dagli anni novanta in poi non hanno dato impulso al progetto.

Ma è anche vero che l’indirizzo seguito dalle varie Presidenze del TAR nella ricerca di una adeguata e prestigiosa soluzione ai propri uffici è stata quanto meno altalenante, a corrente alternata, per non dire contraddittoria. Con il risultato che dopo un trentennio il TAR sembra girovagare per le strade della città in cerca di fissa dimora come un qualsiasi funzionario di banca appena trasferito a Catanzaro. Eppure a Catanzaro, sopratutto a seguito dell’accorpamento alla Cittadella di tutti gli uffici regionali, si sono svuotati migliaia di metri quadrati di immobili anche nel centro storico, contribuendo al processo di desertificazione e di degrado sociale ed economico del cuore nevralgico della città. In questi ultimi quattro anni, poi, abbiamo assistito alla più eclatante prova di efficienza e di volontà operativa da parte di un altro prestigioso e importante ufficio giudiziario, la Procura della Repubblica, che sotto l’impulso volitivo e geniale del Procuratore Nicola Gratteri ha realizzato la più prestigiosa sede degli uffici, acquisendo in comodato d’uso, recuperando e riqualificando il vecchio compendio dello storico Convento degli Osservanti, già adibito a Ospedale Militare.

 

Non dando il tempo alla politica e all’Amministrazione Comunale di perdersi nelle sue abituali manfrine bizantine causa della sua conclamata incapacità di decidere e governare. Oggi la Procura di Gratteri è una straordinaria realtà che ci invidiano in Italia, anche se lo splendido edificio del Convento del XV secolo è anche un monito per tutta la classe politica e dirigente di quello che poteva essere e non è stato.

Oggi grazie all’amico Alfredo Gualtieri salta di nuovo alla ribalta il problema di individuare subito una sede prestigiosa per il prestigioso Tribunale Amministrativo Regionale. Ma è necessario che finalmente si capisca in quale direzione il TAR vuole andare e assuma con determinazione una iniziativa operativa, sposando il “modello Gratteri”.

Idee chiare sull’effettivo fabbisogno, pensiero in grande, forte determinazione realizzativa, costringendo l’Amministrazione comunale a svegliarsi dal torpore, indicando con chiarezza e senza ambiguità la volontà di destinare al TAR i più idonei e prestigiosi locali in pieno centro storico, attualmente destinati a funzioni non più coerenti con la sua vocazione culturale e di servizio. Si continua a blaterare con poco realismo della presenza degli studenti universitari nel centro storico, oggi si ha la possibilità concreta di collocarvi la più importante struttura giudiziaria e amministrativa a livello regionale.

Credo che il Sindaco Fiorita non avrà difficoltà a guardarsi intorno già su Corso Mazzini per rendersi conto che da decenni è chiuso lo storico ex Albergo Centrale, cuore pulsante della vita sociale e civile, destinato in seguito agli uffici del Medio Credito fino al definitivo abbandono. Potrebbe essere un’ idea molto intrigante, che rivoluzionerebbe tutti i progetti dilettanteschi che periodicamente partoriscono gli assessori e le commissioni consiliari in cerca di una facile citazione sui social e sui media.

Ma una provocazione, forse neanche tale, sarebbe quella di realizzare la sede del TAR nella tormentata area dell’ex Serravalle, sconfiggendo le false preoccupazioni degli ambientalisti della domenica e realizzando un’opera di architettura che identifichi la vocazione giudiziaria, amministrativa e culturale della città.

In questi giorni molto si è scritto e detto a seguito della scomparsa dei due grandi architetti Paolo Portoghesi e Franco Zagari, che hanno legato il loro nome alle ultime opere di Architettura della città. Voglio immaginare che il modo migliore per onorarne la memoria e dare continuità alla loro opera e alla voglia di entrare nella modernità, attraverso l’Arte e la Cultura, da parte della città, sarebbe proprio quella di affidare ad un grande architetto di fama internazionale l’incarico di realizzare quest’opera.

Una proposta, che vuole raccogliere anche l’invito pressante dell’ Avvocatura catanzarese, ma anche una sfida per il Sindaco di Catanzaro e per il Presidente del TAR Calabria, chiamati a dare una grande risposta di lungimiranza, che qualificherebbe il ruolo della città capoluogo al servizio dell’intera Calabria.

 

Marcello Furriolo