La “proposta indecente” di Raffaele Mammoliti: la Calabria si doti del Reddito di Dignità

Il consigliere regionale del Partito Democratico va incontro agli invisibili esclusi dalle misure di sostegno del governo Meloni. La conferenza stampa a Catanzaro

L’ha buttata giù d’impeto, Raffaele Mammoliti, la proposta di legge regionale che vuole introdurre l’RdD, il Reddito di dignità. Certo, poi il consigliere regionale del Partito Democratico si è messo di buzzo buono a limare, inquadrare, circostanziare i dieci articoli che compongono la proposta già incardinata nel lavoro delle Commissioni (Seconda e Terza) e in procinto di trovare sbocco in Aula. Alla fine ne è venuto fuori un testo, presentato stamattina in conferenza stampa nell’inedita e inesplorata sede dei gruppi consiliari alla via Crispi del capoluogo, che partendo dalle dichiarazioni di principio – “finalmente una parola di sinistra” qualcuno tra i giornalisti ha commentato – ha finanche il conforto dell’indicazione precisa della dotazione finanziaria e dei capitoli di bilancio cui attingere. Se il Consiglio approva “si istituisce in Calabria – ha spiegato Mammoliti – un Reddito di Dignità regionale. Si tratta di una misura di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale che si caratterizza per l’universalità, per il riferimento alle risorse economiche familiari e per la previsione di un percorso di attivazione economica e sociale dei beneficiari.

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La ragione principale che ha portato alla presentazione di questa proposta risiede nel fatto che la legge di Bilancio 2023 prima e la conversione in legge del Decreto Lavoro dopo hanno sancito l’abrogazione del Reddito di Cittadinanza introducendo il criterio della cosiddetta ‘occupabilità’ dei componenti del nucleo familiare e superando il principio dell’universalità, propria di una misura di welfare, presente in tutti i Paesi dell’Unione europea”. Questo criterio, secondi i dati in possesso di Mammoliti, desunti peraltro dallo studio apposito dell’Ufficio parlamentare di bilancio, pone circa diecimila calabresi che rischiano concretamente di rimanere privi di qualsiasi tutela. “Proponiamo un sussidio mensile di 500 euro per un anno eventualmente rinnovabile fino a tre, indicando le risorse disponibili nei fondi comunitari 2021-2027 nella Missione 4 Inclusione sociale che ha una dotazione di 158milioni di euro, e nella Missione del Pnrr denominata Garanzia occupabilità lavoratori (Gol) che dota la Calabria di 80 milioni di euro. Risorse già disponibili. È una proposta aperta ai contributi e alle osservazioni di tutti i consiglieri, di destra e di sinistra. Ma è chiaro che si di essa noi saremo determinati nel portare avanti la nostra battaglia, sia all’interno del Consiglio che fuori di esso. Vedremo cosa ne pensa il presidente Occhiuto e la maggioranza del Consiglio”.

Non ha avuto interlocuzioni in merito con la controparte consiliare, anche perché la sua proposta è nata di getto contro la volontà “del governo di centro destra – afferma Mammoliti – di togliere il Reddito di cittadinanza, secondo la nuova pedagogia sociale per cui ciascuno deve pensare per sé, legando i sussidi non alla condizione sociale ma allo stato di famiglia, se hai un minore va bene, se hai un disabile va bene, se hai un ultrasessantenne va bene. Altrimenti sei escluso. È un approccio singolare e direi strampalato al problema della fragilità e della povertà”.

L’assegnazione del RdD comprende il patto di inclusione sociale attiva sotto forma di tirocinio di orientamento e di inserimento finalizzato all’inclusione sociale e comporta la valutazione multidimensionale del richiedente e del suo nucleo familiare da parte dei servizi sociali con il coinvolgimento dei Centri per l’impiego in caso di inserimento lavorativo. In ampia sintesi, la platea interessa cittadini tra i 18 e i 59 anni compiuti, con un Isee inferiore a 9.360 euro. La domanda naturalmente dettaglia i requisiti e le modalità di accesso, da effettuare tramite domanda ai servizi sociali del Comune di residenza. 
“Di fronte ai problemi della fragilità, c’è chi toglie e chi dà – ha ragionato Mammoliti -. Noi intendiamo dare dignità, come d’altra parte recita la Costituzione all’articolo 3, è la Repubblica a dovere rimuovere gli ostacoli alla piena dignità dei suoi cittadini. Noi siamo legati al principio di universalità del riconoscimento di un diritto, soprattutto in questo ambito di povertà. Il governo di destra si muove invece su un altro piano culturale, e i segnali provenienti da quel lato, con l’eliminazione del reddito di cittadinanza, con l’autonomia differenziata, con il mancato assenso al reddito minimo, non sono da noi accettabili. Il presidente di Regione deve comunque valutare gli effetti che i provvedimenti del governo regionali comportano, in senso negativo, sulla comunità che governa, al di là della filiera istituzionale cui appartiene”.

Su questi temi si sono espressi, con le specificità del ruolo ricoperto, ma ribadendo il concetto espresso da ultimo da Raffaele Mammoliti, il segretario provinciale della Federazione del Partito Democratico di Catanzaro Domenico Giampà; la responsabile del settore diritti e cittadinanza del Pd Calabria Marwa el Afia; la presidente dell’assemblea regionale del Pd Giusy Iemma; la responsabile Welfare e Lavoro del Pd Calabria Anna Pittelli.