Autonomia differenziata, Palaia: “Gratitudine per la Conferenza Episcopale Calabra” la

"Ha nettamente criticato il progetto di autonomia differenziata, il cui esame è in piena fase di accelerazione"

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“Sento di dover esprimere pubblicamente una forte e sincera gratitudine alla Conferenza Episcopale Calabra, che nel documento condiviso nella Domenica delle Palme  ( https://www.conferenzaepiscopalecalabra.it/wp-content/uploads/2024/03/2024_03_25-Autonomia-differenziata.pdf ) ha nettamente criticato il progetto di autonomia differenziata, il cui esame è in piena fase di accelerazione con l’approvazione avvenuta al Senato del disegno di legge Calderoli. Lo ha fatto stigmatizzando la contrarietà di quel progetto ai valori della Costituzione e invitando tutte le comunità diocesane e tutti i territori all’organizzazione di occasioni di approfondimento e di pubblica discussione sul tema per promuovere adeguate forme di mobilitazione democratica, legando solidarietà e giustizia”.

E’ quanto si legge nella nota della consigliera comunale, Daniela Palaia: “La mia profonda gratitudine ai vescovi calabresi deriva non soltanto dalla specifica opposizione alla prospettiva della “secessione dei ricchi”, come la Conferenza Episcopale Calabra definisce l’autonomia differenziata riprendendo la felice espressione coniata dal professor Gianfranco Viesti, ma dalla più ampia riflessione che i vescovi svolgono intorno alla questione meridionale nella prospettiva di un regionalismo cooperativo e solidale. Questa è esattamente la mia visione: territori che si riconoscono e si sostengono adempiendo i doveri inderogabili di solidarietà richiesti dall’articolo 2 della Costituzione, al fine di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, come previsto dall’articolo 3.

La riflessione viene espressa richiamando un pensiero che la CEI ha sviluppato fin dal secondo dopoguerra e che trova oggi una definizione puntuale nella conclusione del documento dei vescovi calabresi che riporto testualmente: “non possiamo restare indifferenti. Bisogna trovare vie perché si maturi la consapevolezza che il Paese avrà un futuro solo se tutti insieme sapremo tessere e ritessere intenzionalmente legami di solidarietà, a tutti i livelli”.

Forse coloro che non perdono occasione per autodefinirsi portatori e sostenitori dei valori cristiani farebbero bene a leggere e meditare la riflessione contenuta nel documento episcopale, trovando la forza e il coraggio, anche all’interno delle proprie formazioni politiche, per opporsi senza riserve a un disegno fortemente dannoso per le popolazioni e i territori meridionali che pur rappresentano, magari da presidenti di regione e vicesegretari nazionali di partito.

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