A Catanzaro con una messe il nuovo Cdu ha reso omaggio alla figura di Aldo Moro

Quarantasei anni fa la sua uccisione da parte delle Brigate rosse

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Il Nuovo Cdu presieduto da Mario Tassone ha reso omaggio – con una messa celebrata nella chiesa di San Nicola – alla figura di Aldo Moro, ucciso dalle Br il 9 maggio 1978 e degli agenti della scorta – Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Ravera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzi – uccisi in Via Fani il 16 marzo 1978, e a tutte le vittime del terrorismo.

«Il 16 marzo e il 9 maggio del 1978 – ha detto Tassone – si consumò una tragedia immane per le famiglie e per il Paese. Dopo tanto sangue innocente, l’assassinio di Moro doveva essere il colpo di grazie al sistema democratico. Era la “traduzione” della rivoluzione mancata, perseguita dalle frange estreme della sinistra, che si erano organizzate dopo aver lasciato il Pci. La “verità “su quella tragedia è stata ricercata dalle varie commissioni parlamentari, dalla magistratura e da nutrite schiere di giornalisti, oltre ovviamente agli apparati di sicurezza. Rimangono molte zone oscure sui mandanti, su quanti avevano interesse ad eliminare Aldo Moro. Il 9 maggio si ricordano tutte le vittime del terrorismo. Abbonderanno le frasi di circostanza su un avvenimento lontano.

Il tempo stempera tutto ma il tentativo di consegnare all’oblio la morte di Moro è un delitto. Le mezze verità, l’uso anomalo del segreto di Stato per coprire responsabilità personali e di gruppi di pressione non aiutano un Paese a crescere e alla democrazia a rafforzarsi. La vittoria sul terrorismo fu l’ultimo sforzo di quello che rimaneva dei partiti. Dopo Moro – ha ricordato il segretario del Nuovo Cdu – l’impianto democratico dello Stato si è eroso. Nella metà degli anni ‘90 ci fu una congiura di esponenti massoni deviati, di alcune procure d’assalto, di certa sinistra con il corollario di complicità e connivenze che ha collassato il sistema delle garanzie democratiche. Ricordiamo con Aldo Moro le tante vittime innocenti, martiri della libertà.

Il manifesto che il 9 maggio del 1978 la Dc affisse in tutta Italia con l’effige di Moro diceva “vive nei nostri cuori il Suo amore per la libertà “. Oggi è in atto un disegno eversivo della maggioranza di governo che attenta alla Costituzione e all’unità del Paese. Non è possibile stare silenti difronte una prospettiva pericolosissima. E’ auspicabile sperare che l’amore per la libertà non sia scomparso dal cuore degli italiani che debbono trovare la forza del coraggio per non soccombere. Così si onorano le vittime del terrorismo e della violenza in qualsiasi forma si manifesti per evitare il precipizio che sta dinanzi a noi». La messa è stata celebrata questa mattina da don Salvatore”

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