Quando a Catanzaro si processarono 88 giovani fascisti

Sabato conferenza su una pagina di storia cittadina

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    L’Associazione Culturale “Calabria in Armi” in collaborazione con  l’avvocato Francesco Schifino ha organizzato una conferenza sul processo a 88 giovani fascisti tenutosi a Catanzaro nel lontano 1945. L’evento si terrà a Catanzaro il 19 ottobre 2019 alle ore 10.00 presso il Complesso Monumentale S. Giovanni – Aula Gissing.

    I fatti:

    Gli 88 imputati erano accusati di  “associazione sovversiva prevista dall’art. 270 c.p. finalizzata a ricostituire il Partito Fascista” di cui era stato ordinato lo scioglimento con il Regio Decreto del 2 agosto 1943, per  aver compiuto, dopo l’8 settembre 1943, attentati dinamitardi contro una tipografia di Nicastro ove si stampavano giornali socialisti, case private di noti antifascisti e una caserma dei carabinieri, sempre nel catanzarese. Tutte azioni tese a ristabilire, con la forza delle armi, l’ideologia fascista. Tra gli incriminati, le figure più interessanti e carismatiche, per il loro passato politico: Capocasale Pietro da Petronà, Morelli Gaetano da Crotone, Filosa Luigi da Cosenza, Scola Giuseppe ed Attilio da Crotone, Schifino Gioacchino, Trovato Salvatore, Colosimo Antonio e Gimigliano Nino da Catanzaro, Paparo Aldo da Gasperina, Notaro Ugo da Nicastro; individuati tutti come promotori delle azioni sovversive.

    Presidente del Tribunale, il Generale di Brigata De Bonis; Giudici, i Tenenti Colonnelli Tampieri e Barbieri, i Capitani Piano e Ferrario ed il Maggiore Cefaly, giudice supplente.

    L’accusa era rappresentata dal Procuratore Militare, Colonnello Trotta.

     

    Gli imputati furono difesi da noti professionisti del Foro catanzarese: tra i quali il professore Aldo Casalinuovo, gli avvocati Vincenzo Madonna, Domenico Pittelli, Gennaro Maida, Aldo pugliese, Vitaliano Marincola e Alfredo Cantafora.

    Un  mese di arringhe che divisero l’opinione pubblica, non solo calabrese: chi era per il perdono giudiziario, chi per la pena esemplare; significativo anche l’intervento dell’allora Arcivescovo di Catanzaro, Monsignor Giovanni Fiorentini che fece appello, nelle sue omelie, al perdono cristiano.

     

    Al termine della requisitoria il Pubblico Ministero, Colonnello Trotta, con un’arringa fiume, chiese nove anni di reclusione per i promotori e pene minori per gli altri partecipanti.

    La sentenza, emessa il 7 aprile, con pene più severe di quanto richiesto dal P.M., provocò durante la sua lettura una unanime disapprovazione dei presenti mentre gli imputati, intonarono, ad alta voce, il canto di “Giovinezza”.

    Trasferiti nelle carceri di Melfi,  di Procida e in altre del meridione,  furono tutti rimessi  in libertà a seguito del Decreto Ministeriale del 22 giugno 1946, n°4, voluto da Togliatti, che concedeva l’amnistia e l’indulto per i reati politici e militari. Se questi giovani fossero stati processati in altre regioni d’Italia, dove fu cruento e doloroso lo scontro tra fascisti e antifascisti, ben diverso sarebbe stato il finale della storia: non avremmo parlato di un processo di guerra, ma avremmo contato 88 croci su altrettante tombe.  

    Alla conferenza, moderata da Riccardo Colao, interverranno Mario Caligiuri, Valentina Castanò, Nando Castagna, Gian Paolo Stanizzi Roberto Viscomi.

     

     

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