Vita della Arciconfraternita, di celeste vestita foto

La confraternita dell’Immacolata è guidata da un priorato in scadenza che vuole lasciare con un bel ricordo: il restauro del grande portone ligneo, finanziato e prossimo a iniziare

Il priore dell’Arciconfraternita dell’Immacolata, Antonio Giulio Frustaci, e il vice Francesco Celi, sono soddisfatti. Il lungo inseguimento tra i meandri della burocrazia regionale e ministeriale ha dato il frutto sperato: a giorni l’incaricato del segretariato generale calabrese del Mibact si porterà alla Basilica dell’Immacolata, svolgerà il sopralluogo necessario e, se tutto va secondo aspettative, darà il via libera all’esecuzione dei lavori di restauro del grande portone ligneo della chiesa che da qualche mese, e chissà per quanti altri, funge da cattedrale. Era novembre 2019 quando la Regione Calabria con decreto dirigenziale del dipartimento Cultura, riassegnò le somme che erano rimaste non utilizzate al termine delle procedure dell’accordo di programma del 2003 finalizzato al recupero del patrimonio mobile dei musei diocesani.

Tra gli interventi ammessi a finanziamento, tutti concernenti il restauro di beni artistici religiosi, quelli richiesti dall’Arciconfraternita di Maria Santissima Immacolata di Catanzaro, finanziati per 16.630 euro, e che dovranno bastare per la messa a nuovo del portone, per il nuovo sistema di sorveglianza e allarme degli Scarabattoli e per altre opere minori. È passato quasi un anno dal decreto dirigenziale. Non è stato un anno normale, come tutti sappiamo. L’emergenza sanitaria ha sommato i suoi influssi negativi anche nella celerità dei passaggi burocratici già di per sé complicati. Ne sa qualcosa il vice priore Celi che si è presa la briga di seguire la pratica avendo come interlocutore principale il segretariato del ministero dei Beni artistici e culturali della Calabria che è il soggetto erogatore dei fondi. Ha sede alla Roccelletta di Borgia, ma la sua articolazione è complessa con riferimenti che spaziano da Cosenza a Crotone a Reggio Calabria, ancora più frammentati dallo smart working cui ha costretto il virus coronato. Non tedieremo il lettore con le diverse estenuanti fasi del procedimento, anche perché grazie a tutti, anche agli addetti del Segretariato e delle Soprintendenze, il progetto è andato in porto, e tutto è bene ciò che finisce bene.

Probabilmente i lavori sul portone saranno affidati a una ditta specializzata tra quelle che hanno i requisiti richiesti dal Mibact e dureranno diversi mesi. Non è ancora chiaro se i lavori verranno eseguiti in altra sede, con apposizione di una porta provvisoria sostitutiva, oppure direttamente in loco, soluzione più suggestiva ma anche più problematica. Il grande portone, la cui imponenza si nota soprattutto a battenti chiusi, alto più di sei metri e largo tre all’incirca, è stato costruito e messo in loco nel 1903. L’ultimo restauro è stato eseguito negli anni 50, nel fervore della preparazione al grande evento che fu l’elevazione della chiesa a basilica minore del 1954, nel centenario del dogma dell’Immacolata Concezione e la successiva incoronazione della statua di Maria la sera del 26 settembre di quell’anno, quando una folla di 50 mila e più fedeli si accalcò nella piazza per seguire la cerimonia officiata dal cardinale Cicognani inviato di Pio XII e dagli arcivescovi Fiorentini e Fares.

L’Arciconfraternita è proprietaria della Basilica, attualmente concessa in comodato d’uso alla diocesi, così come fino al 2017 era stata concessa ai frati francescani conventuali. La proprietà fu intestata alla confraternita a inizio Ottocento, quando, a seguito delle confische napoleoniche dei beni ecclesiastici, la Chiesa si servì di questa scappatoia legale per evitare la sottrazione generalizzata delle sue proprietà. I membri della confraternita, oltre a promuovere il culto mariano, aiutano nella conduzione della rettoria e svolgono le funzioni proprie della tradizione, principalmente l’organizzazione della processione della Naca il venerdì di Pasqua.  A turno, perché le confraternite sono a Catanzaro sono 4, Immacolata Carmine San Giovanni e Rosario, più quella di Gagliano che ha storia a parte.

I paramenti della confraternita dell’Immacolata sono di colore celeste, per assonanza all’invocazione abituale della madre di Gesù. La confraternita, che ha natali medievali, è retta da un Seggio priorale composto da sette componenti: oltre al priore Frustaci e al vice priore Celi, Massimo Robertelli è il segretario, Vittorio Capano il maestro di cerimonie, Silvano Liberato il tesoriere, Teobaldo Guzzo l’addetto stampa, Adele Ruggero l’economo. L’assistente spirituale è don Sergio Iacopetta, parroco della Cattedrale e rettore della Basilica. La notizia è che il Seggio priorale è in fase elettorale. Quello attuale sta agendo in regime di prorogatio e a gennaio dovrà lasciare l’incarico, poiché la riforma portata avanti dall’arcivescovo Bertolone prevede la non candidabilità dopo due mandati. Questo priorato è in carica da 2010 e, con molto rammarico, non può proseguire nella conduzione. Anche per questo tiene a completare l’opera di restauro del portone, segno visibile di un impegno assolto con fede e costanza.