Flaiano “i nomi hanno un destino”. E così l’albergatore Coriolano diventò universalmente “Paparazzo”

Una delle tante storie che riguardano l’origine di un termine riferito ai fotografi, porta su Corso Mazzini di Catanzaro

Quanto ci sia di vero , quanto di verosimile o quanto di esagerato , non lo sapremo mai. Ma la riflessione di Antonio Ludovico e Nunzio Belcaro, in occasione della presentazione del libro dell’avvocato catanzarese sul cinema nelle sale della libreria Ubik del quartiere marinaro , qualche curiosità l’ha suscitata. E così torna attuale quella storia secondo la quale il termine “paparazzo” riferito in genere ai fotografi, abbia origini catanzaresi . E non perché  Coriolano Paparazzo, catanzarese doc, facesse il fotografo, ma perché era il proprietario di un prestigioso albergo nel centro storico della città.

Ma è bene mettere in ordine la sequenza dei fatti.

Fu Fellini a “inventare” il termine paparazzo per uno dei personaggi del film La dolce vita.

Per la scelta del nome Fellini ed Ennio Flaiano, sceneggiatore del film, si ispirarono al personaggio di un libro di George Gissing che Fellini stava leggendo all’epoca: Coriolano Paparazzo che  era appunto il nome del proprietario d’albergo che ospitò lo scrittore inglese a Catanzaro durante il viaggio in Italia del 1897 descritto in Sulla riva dello Jonio

“Ora  – scriveva Flaiano sceneggiatore del film – dovremmo mettere a questo fotografo un nome esemplare perché il nome giusto aiuta molto e indica che il personaggio “vivrà”. Queste affinità semantiche tra i personaggi e i loro nomi facevano la disperazione di Flaubert, che ci mise due anni a trovare il nome di Madame Bovary, Emma. Per questo fotografo non sappiamo che inventare: finché, aprendo a caso quell’aureo libretto di George Gessing che si intitola “Sulle rive dello Jonio” troviamo un nome prestigioso: “Paparazzo”.

Il fotografo si chiamerà Paparazzo.

Non saprà mai di portare l’onorato nome di un albergatore delle Calabrie, del quale Gessing parla con riconoscenza e con ammirazione.  Ma i nomi hanno un loro destino». Nel 2013 la Commissione cultura di Palazzo De Nobili aveva proposto un premio internazionale dedicato al catanzarese che inconsapevolmente ha dato il nome ad  una professione. Ma la cosa restò solo un intento. Chissà se in un’idea di rilancio del centro storico, anche attraverso l’immateriale, questa idea oggi non possa diventare realtà.

 

Un premio di fotografia dedicato a Paparazzo, l’albergatore che ispirò Gissing e Fellini