Indagine carcere, sindacato Sinappe: “Polizia penitenziaria è soprattutto altro, no a pregiudizi”

"Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso senza che nessuno strumentalizzi le notizie contro il Corpo"

Giorni infausti per i penitenziari calabresi coinvolti da fatti di cronaca che, nell’opinione pubblica, hanno fatto vacillare le certezze istituzionali. Lo ricorda Cristina Busà viceccoordinatore del sindacato di Polizia penitenziaria Sinappe.

“Nulla si è detto a riguardo del poliziotto penitenziario che nella notte, grazie ad un tempestivo intervento, ha salvato un detenuto Magrebino che aveva messo in atto un tentativo di impiccagione; nulla a riguardo di un Assistente di Polizia penitenziaria che grazie al suo spirito investigativo ha rinvenuto un telefono cellulare abilmente occultato all’interno di una camera detentiva nel penitenziario di Catanzaro. Questo è il Corpo di Polizia Penitenziaria.

Personale che con professionalità affronta la propria quotidianità, personale che nutre un profondo rispetto per i diritti umani e per la dignità delle persone, personale che opera con devozione e spirito di sacrificio. Purtroppo sono fatti che oggi passano in sott’ordine, ma sono cose che nel quotidiano interessano uomini e donne in uniforme, personale che ha a cuore vite umane, che vive momenti di apprensione per sé e per i propri cari e che adesso si ritrova su un patibolo a fare i conti con un processo mediatico. Un plauso ai colleghi che, nonostante l’amarezza che pervade gli animi, hanno continuato con la professionalità che li ha sempre contraddistinti ad operare per la salvaguardia di vite umane e per il rispetto della legalità, e privi di pregiudizi lasciamo che la giustizia faccia il suo corso senza che nessuno strumentalizzi le notizie contro la Polizia penitenziaria.