Massimo Mauro presenta al Gutenberg “le cose importanti” di Vialli foto

Presenti, anche, alcuni studenti del Liceo Classico “P. Galluppi”

Più informazioni su

Lo sport, come la vita, regala vittorie e sconfitte ma quello che conta non è solo come ognuno di noi è in grado di affrontarle ma anche quanto valore riesce a dare alle “cose importanti”. Da questo concetto, certamente, nasce il libro “Le cose importanti” di Gianluca Vialli, ex calciatore, allenatore e dirigente, prematuramente scomparso nel gennaio del 2023 a causa di un tumore al pancreas. Nel corso del pomeriggio odierno, nella cornice della XXI edizione del Gutenberg, Massimo Mauro, in veste di intimo amico di Vialli, è stato chiamato ad esporre alcune tematiche presenti nel testo. Stimolato dalle domande di alcuni studenti del Liceo Classico “P. Galluppi” e dal professore Antonio Raione, docente del medesimo istituto, l’ex calciatore di Catanzaro, Napoli e Juventus, ha parlato anche del suo attaccamento alla città e della Fondazione “Vialli Mauro”.

La felicità di Mauro ad essere presente a Catanzaro

Prima di entrare nel vivo, Mauro ha sottolineato la propria contentezza nell’essere ritornato per l’occasione nella sua città d’origine. “Quando mi hanno chiamato per presentare il libro di Gianluca – racconta – non ho avuto alcun dubbio, perché fare queste cose per la mia città è sempre un piacere”. Non è mancato, inoltre, un accenno al Catanzaro, che “sta vivendo un momento di esaltazione e ha fatto sì che si creassero dei rapporti tra calciatori, allenatore e tifosi che vanno al di là delle vittorie e delle sconfitte”. L’ex calciatore catanzarese, poi, è stato omaggiato di una targa dalla Kennedy, una scuola calcio locale che lo ha lanciato nel mondo dello sport. “La Kennedy – sottolinea contento il commentatore sportivo – è stata un’ottima scuola di vita per tutti noi e questo è più importante del professionismo”.

I grandi temi presenti nel libro

“Le cose importanti” di Vialli è un libro che nasce per caso, dopo una lunga intervista rilasciata dall’ex calciatore a Marco Ponti e Pier Domenico Baccalario per la realizzazione de “La bella stagione”, un docufilm sulla Sampdoria. “Dopo quell’intervista – spiega Mauro – durata circa 6 ore, Ponti e Baccalario proposero alla fondazione di mettere tutto per iscritto e Gianluca ne fu contento: rappresentava l’occasione per parlare di sé ed essere fonte d’ispirazione per chi si sentiva giù”. Nel libro, il compianto dirigente della nazionale parla a cuore aperto, trattando, tra le tante, di tematiche come il calcio, l’educazione, il talento ma anche la fragilità umana e la malattia.

“Con Luca – illustra Mauro – parlavamo sempre del talento e dell’applicazione. Io credevo, avendo buone doti tecniche, che il talento fosse l’unica cosa che contasse. Lui, invece, si soffermava sempre sull’applicazione. Ciò perché era sicuro che, nello sport come nella vita, l’educazione la si potesse ricevere a prescindere dal talento”. Per quanto concerne il calcio, per Vialli ci dovevano essere delle caratteristiche ben precise: la forza del gruppo, il rigore ed il rispetto. “Nello sport di squadra – evidenzia il commentatore sportivo – il gruppo è fondamentale: nemmeno i grandi campioni sono in grado di vincere da soli. Gianluca era un cultore di questo pensiero e, da grande leader, lo aveva fatto capire a chiunque gli stesse intorno”. “Luca – afferma l’ex calciatore del Catanzaro – amava l’Inghilterra perché è un luogo in cui c’è un grande rispetto per la vita privata degli sportivi e rappresenta un clima ideale per vivere al meglio lo sport”.

L’amicizia con Vialli e la nascita della Fondazione

“La nostra amicizia – asserisce Mauro – è nata quando io ho smesso di giocare e lui si trovava nella Juventus. Poi, si è consolidata con la nascita della fondazione. Dopo aver concluso la mia avventura politica, con Luca abbiamo pensato che era arrivato il momento di restituire un po’ di fortuna che avevamo ricevuto e, quindi, finanziare la ricerca ci sembrava la cosa migliore da fare. Un giorno incontrammo Signorini, un grande calciatore che si era ammalato di SLA e decidemmo di destinare i fondi su una malattia che ancora oggi non ha una cura. Da lì, grazie a numerose iniziative, abbiamo donato quasi 6 milioni e mezzo di euro”. Sul futuro della stessa fondazione, Mauro ha dichiarato: “adesso la responsabilità è solo mia ma voglio continuare a portarla avanti perché grandi organizzazioni si appoggiano su di noi per dare continuità alla ricerca sulla SLA”.

La malattia e l’incarico da dirigente in nazionale di Vialli

“La malattia – spiega l’ex politico – non ha cambiato Gianluca, già da prima veniva considerato un bravo ragazzo. L’unica cosa per la quale nutriva sensi di colpa era di aver vissuto poco le proprie figlie. Quindi, si era dato un obiettivo negli ultimi 5 anni di malattia: cercare di viverla normalmente, senza farla pesare alla propria famiglia”. In questo senso, ha giocato un ruolo fondamentale l’incarico da dirigente della nazionale ricevuto dalla FIGC. “Quella proposta, accettata dopo 15 giorni, – descrive Mauro – ha contribuito in maniera straordinaria sulla sua qualità di vita. La vittoria degli europei nel 2021 è stata magica, perché a Wembley Mancini e Vialli hanno avuto una rivincita di quella Coppa dei Campioni persa contro il Barcellona quando giocavano nella Sampdoria”.

La presentazione si è poi conclusa con un commovente saluto da parte del Prof. Raione al Liceo Classico “P. Galluppi”, che per lui non rimarrà solo “un ricordo ma un sentimento”.

 

Più informazioni su