La Nakalaika ha felicemente chiuso “A Farla Amare Comincia Tu” foto

Bilancio positivo per le due settimane di rassegna natalizia: molte luci con qualche ombra

Entusiasmo e condivisione erano i due moti di spirito che il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita aveva indicato come contrassegno delle due settimane di manifestazioni natalizie concentrate nel contenitore “A Farla Amare Comincia Tu”, format del cantautore concittadino Antonio Pascuzzo e sposato dal Comune nell’esordio della nuova Giunta in questo tipo di appuntamenti. Al termine della rassegna, tentando un esame complessivo, lo si può considerare ampiamente superato sotto l’aspetto auspicato dal primo cittadino, poiché non si può negare il successo di pubblico che ha risposto con ampia partecipazione alle proposte serali. Ne sia testimonianza la processione sui generis che ieri sera ha attraversato le stradine della vecchia Catanzaro, in una NacaLaika iniziata con l’amorevole arringa di Giangurgolo (aka Enzo Colacino) dal pulpito (laico) del San Giovanni e terminato nella piazza grande di Villa Margherita con le note e la voce di Eman. Tanta gente, coinvolta nelle puntate iniziali e finali del percorso ma attenta e partecipe anche nelle tappe intermedie di una fantasmagorica versione dialettale del Christmas Carol a Sant’Angelo magistralmente resa dall’attore Mauro Lamanna e il carezzevole Coro della Scuola di Musica Amarte sulla scalinata del Rosario.

Nel complesso, si è molto accostata all’elemento religioso, pur nella proclamata laica leggerezza che scopi e tempi imponevano, la rassegna concepita in fretta e condotta quasi con lo spirito eroico del work in progress che in fondo ha ampiamente premiato lo sforzo organizzativo profuso da Pascuzzo e quello economico speso dall’Amministrazione. Tre dei quattro appuntamenti più di richiamo si sono svolti in luoghi di culto, facciamo anche quattro su cinque se consideriamo lo spazio concesso dalla Procura per l’esibizione di Rosso Antico in quello che fu il convento degli Osservanti. Ma seguire le performance della Banda Osiris al Monte dei Morti e della Misericordia, di Vinicio Capossela e Samuele Bersani all’Immacolata ha aggiunto alla valenza propria degli artisti sulla quale è pleonastico soffermarsi il fascino dell’inedito e del distopico che non guasta mai. Accanto ai famosi, includendo anche Roy Paci e la sua tromba nel novero, c’è stato ampio spazio per le proposte più nuove e per molto del movimento artistico locale che inizia sia pur timidamente a fare valere le sue legittime ambizioni.

Merita una citazione particolare lo spettacolo inscenato sulle scale e nel cortile di Palazzo De Nobili con protagonista Claudia Olivadese nella parte di Rachele, sfortunata metà femminile di Saverio. Le animazioni per i bambini, gli zampognari, i mangiatori di fuoco, le street band, le bande tout court: tutto ha contribuito a riempire i piccoli vuoti che qui e là necessariamente sono comparsi: i quindici giorni iniziati alle 17 di sabato 17 dicembre con la Conturband su Corso Mazzini sono trascorsi piacevolmente e saranno ricordati probabilmente come il punto d’avvio di una più scorrevole compliance tra Amministrazione e cittadinanza. Anche le critiche, che non mancano mai e spesso affidate alla confusa e conchiusa risonanza dei social, fanno parte del gioco e dovranno servire da stimolo per le prossime edizioni che si dice siano già all’orizzonte. Tutto è migliorabile.

Si dovrà cercare, per esempio, di consentire una più ampia partecipazione di pubblico agli appuntamenti di maggior richiamo per non suscitare sospetti ingiustificati ma corrosivi di scarsa trasparenza. Si dovrà cercare di meglio oleare la macchina organizzativa in modo da consentire lo svolgersi degli eventi nella sicurezza e tranquillità dovute. Ieri sera, per dire, la processione laica ha dovuto dì fare i conti con l’intersezione di vie trafficate anche da veicoli a motore. Sono piccole ombre di una rassegna che ha trovato nel favore della penombra notturna lo scenario migliore per fare meglio brillare le sue tante luci.