Immigrazione, nasce la rete calabrese dell’accoglienza (con video integrale intervento Minniti)

Il ministro dell’Interno Minniti suggella la firma del protocollo di intesa per l’adesione di centinaia di Comuni calabresi al sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati  

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    di ANTONIO CANTISANI

    Mentre altri territori alzano muri e sprangano i cancelli, la Calabria apre il cuore e le case agli ultimi del mondo. Nasce la rete regionale della solidarietà e dell’accoglienza, e nasce nel cuore della Sila, a Taverna, con il suggello del ministro dell’Interno Marco Minniti, che presiede la cerimonia per l’adesione formale di molte amministrazioni comunali allo Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e dei rifugiati. Quasi la metà dei Comuni calabresi dice sì allo Sprar: per la precisione sono 194 Comuni, e di questi ben 140 hanno già deliberato ufficialmente l’ok al protocollo d’intesa tra il ministero attraverso le prefetture, Regione e Anci, tutti protagonisti di una giornata speciale a Villaggio Mancuso, “epicentro” di questa Calabria che – aggiunge Minniti – «conferma un approccio nazionale alla visione del fenomeno dell’immigrazione, perché è evidente che chi è abituato a soffrire è anche capace di aiutare chi soffre». In Sila a siglare l’intesa con lo Stato ci sono tutti i capoluoghi di provincia tranne Catanzaro, e poi centri importanti come Lamezia e Rende.

    L’intervento di Minniti – «Oggi – prosegue Minniti, affiancato nella cerimonia dal governatore Mario Oliverio, dal prefetto di Catanzaro Luisa Latella, dal presidente regionale dell’Anci Gianlcuca Callipo e dal sindaco “padrone di casa” Sebastiano Tarantino – facciamo un passo importante nell’ottica della collaborazione tra lo Stato, la Regione e gli enti locali, ed è proprio questo il messaggio che m,i piace trasmettere oggi: lo Stato ce la fa solo se costruisce un’alleanza strategica con gli enti locali, con i Comuni in primo luogo». Secondo Minniti la firma delle convenzioni con i Comuni calabresi «si inserisce nel nostro progetto, che ha l’obiettivo di superare i grandi centri di accoglienza puntando sull’accoglienza diffusa» perché – dice ancora il ministro dell’Interno – «con l’accoglienza diffusa si possono eliminare diffidenze e incomunicabilità e si possono tenere insieme due diritti, il diritto di chi è accolto e il diritto di chi sta accogliendo. E superare i grandi centri significa anche fare un’operazione di bonifica delle illegalità e delle organizzazioni criminali, perché non ci può essere nulla di più odioso di chi si arricchisce ai danni dei più deboli, soprattutto se è la mafia. In Calabria – ha rimarcato Minniti – stiamo facendo prevenzione e un’azione di contrasto intransigente contro le infiltrazioni, e l’accoglienza diffusa consente di colpire al cuore sia le mafie che i corrotti che vogliono entrare nel business dell’accoglienza».

     

    Priorità: la legalità – La legalità resta la priorità da seguir enella gestione del fenomeno migratorio, come del resto conferma anche il prefetto di Catanzaro Luisa Latella, che tra l’altro annuncia l’imminente commissariamento di 4 centri di accoglienza in provincia per indizi di infiltrazioni mafiose. «Dobbiamo cercare di razionalizzare i percorsi, la Calabria – spiega il prefetto Latella – è una terra di accoglienza e non dobbiamo fare prevalere l’aspetto affaristico. Abbiamo lavorato con l’Anci e la Regione, un lavoro sinergico che è il migliore che si possa fare».

    Il ruolo della Regione – A sua volta il presidente della Regione Mario Oliverio definisce la politica in tema di immigrazione del ministro Minniti e del governo «lungimirante perché coniuga sicurezza e integrazione. La Calabria è terra di frontiera, di approdo ma anche di accoglienza: l’avere 190 Comuni che hanno chiesto di aderire allo Sprar è un fatto significativo di questo tratto dell’accoglienza che è nel Dna della Calabria. Non è un’imposizione romana, perché – ha spiegato Oliverio – i Comuni scelgono autonomamente, segno che sono in sintonia con le loro comunità. Oggi è una bella giornata perché dal Sud del Paese e dal Sud dell’Europa si manda il segnale forte per cui questo fenomeno si può governare coniugando sicurezza e governo del territorio. E noi come Regione sosteniamo questo protocollo confermando la nostra intenzione di collaborare con tutte le istituzioni e di essere vicini ai Comuni aderenti allo Sprar».

    I Comuni “in trincea” – Ovviamente la sfida più impegnativa è per i Comuni, “avamposti” di frontiera davanti a un fenomeno dalle dimensioni bibliche. Il presidente dell’Anci regionale Callipo tuttavia illustra gli aspetti positivi dello Sprar che – sostiene – «è l’unico sistema che consente di superare i grandi centri di accoglienza, che creano non integrazione ma ghettizzazione e determinano insicurezza e paura mentre con l’accoglienza diffusa si può fare vera integrazione e si può venire incontro anche alle esigenze delle comunità locali, soprattutto delle aree interne che altrimenti rischiano lo spopolamento». Infine, il sindaco di Taverna Tarantino rimarca la prova di maturità dimostrata dai Comuni calabresi «pronti ad aprirsi e ad affrontare sfide delicate mentre in altre realtà prevalgono chiusure e populismi».

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