Costituzione e Parlamento, i baluardi della democrazia foto

Il senso e la direzione delle riforme in itinere nel convegno degli ex parlamentari ed ex consiglieri regionali alla casa delle Culture

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Se la vitalità si potesse misurare dall’abbondanza di vitalizi, l’incontro degli ex parlamentari e degli ex consiglieri regionali della Calabria alla catanzarese Casa delle Culture potrebbe definirsi a ragione altamente vitale. Questa che sembrerebbe una boutade dal sapore aspramente populista nasconde però un’altra verità, molto più lusinghiera per gli aderenti alle due associazioni, nazionali e regionale, che si sono dati convegno al Palazzo della Provincia intorno al tema molto impegnativo ancorché onnicomprensivo così sintetizzato in locandina: “Costituzione, Parlamento, Democrazia. Prospettive di sviluppo per la Calabria e per il Sud”. Molta carne al fuoco, come si capirà, condita e speziata con i due argomenti all’ordine del giorno alle due Camere: autonomia differenziata e premierato.

 

Temi divisivi, intorno ai quali fioriscono le iniziative ostinatamente contrarie nel Paese reale che però non sembrano intimorire più di tanto la maggioranza al governo che continua imperterrita a macinare successi di tappa in vista della classifica generale che sarà stilata il 9 giugno con il favore delle urne. Europee nominalmente ma molto molto italiane nella sostanza che si sta dando a liste, riforme da licenziare, opere da annunciare. Per questo il ruolo degli ex parlamentari è importante oggi nel rammentare, fisicamente e moralmente, il ruolo fondamentale del Parlamento che improvvisate ma lucide strategie vorrebbero configurare come ossequioso passacarte di decisioni prese altrove.
Se il tema è generale, ampia la partecipazione al convegno, sia nel pubblico sia al microfono dei relatori e dei salutatori istituzionali. Tra questi ultimi il presidente della Provincia Amedeo Mormile, il presidente della giunta regionale della Calabria Roberto Occhiuto, il sindaco della Città Nicola Fiorita, il presidente dell’Associazione ex consiglieri Stefano Priolo. Saluti ciascuno condito dalle opinioni personali, d’altra parte attese. E se permane con tutta forza la più volte ribadita avversione di Nicola Fiorita ai due provvedimenti legislativi che vede riuniti in un combinato disposto deleterio per le sorti del Sud, della Calabria e delle sue città, più articolata, come anche da recenti esposizioni, la posizione di Roberto Occhiuto.

 

Il presidente, che è intervenuto dal suo ufficio al decimo piano della Cittadella, pur convenendo sull’evidenza che ogni modifica finora portata a compimento sul testo originario della Costituzione ha prodotto squilibri ed effetti non desiderabili, ha operato un distinguo tra i due provvedimenti in esame: relativamente positivo il giudizio dell’autonomia purché il locomotore porti con sé in stazione i vagoni dei Lep e della perequazione, apertamente a favore del premierato in considerazione dell’effetto di stabilità nell’azione di governo che porta di conserva. Parla, Occhiuto, rifacendosi ala su esperienza ormai longeva di politico rappresentativo a più livelli: consigliere comunale, poi regionale, poi deputato, poi presidente di giunta. Da qui l’elenco, a costo di risultare ripetitivo, delle cose fatte in questi due anni e mezzo di governo regionale che sono state fatte, appunto, proprio in virtù dell’orizzonte temporale medio lungo – cinque anni – rispetto al quale ha potuto dispiegare la sua azione riformatrice in sanità, depurazione, rifiuti, idrico, mettendoci anche dentro la reductio ad unum dei Consorzi di bonifica. Tutto fa brodo se serve a insaporire la minestra. Lo aveva preceduto nella scaletta degli interventi Mario Tassone, vice presidente dell’Associazione degli ex, uno dei più longevi parlamentari e per di più ancora attivo sullo scenario politico, che, ricordando il suo ingresso a Montecitorio – era il 1978 – ha desolatamente constatato che quel Parlamento, con quegli uomini, con quella predisposizione ideale, non esiste più.

 

Per questo possono avanzare con speditezza e relativa sicumera progetti di legge che, ha detto Tassone, sono uno stravolgimento allo spirito e anche alla lettera della Costituzione. Ha moderato la tavola degli ex – moltissimi in sala, tanto che sarebbe lungo nominare tutti, rappresentativi delle diverse aree della regione, volti conosciuti ai più anche se a volte difficili accompagnarli al nome esatto – Dalila Nesci una delle meno ex dei tutti, ma anche una delle più attive nell’associazione dei parlamentari in quiescenza foss’anche temporanea. Le relazioni “tecniche” sono state affidate a mani e menti sapienti: Valerio Donato titolare di Diritto privato alla Magna Graecia e Alessandro Morelli cattedra di diritto pubblico a Messina. Tra pubblico e privato, in soldoni, poche le virtù e molti i vizi riscontrati nelle produzioni legislative di Roberto Calderoli e di Maria Elisabetta Alberti Casellati: chissà cosa ne avrebbe pensato Costantino Mortati che per puro caso fa pure rima.

 

Hanno portato il loro contributo Pino Soriero che dell’Associazione ex Parlamentari è segretario, il tesoriere Vincenzo Gino Alaimo e il presidente Giuseppe Gargani. Nonché Piero Amato ex consigliere regionale, presidente del Movimento per il rilancio dell’Area urbana Catanzaro-Lamezia, Francesco Lo Giudice di Governare Insieme, Francesco Cicione di Entopan e Luca Bianchi: Nord e Sud si salvano insieme – ha detto il direttore di Svimez – come ha per ultimo dimostrato la reazione alla pandemia. Tutto ciò che rema contro questa pura constatazione – l’interdipendenza tra i territori –   distorce la realtà e produce mostri. Il sostanziale dualismo che esiste tra le diverse aree del Paese pur evidente non deve disconoscere che i loro destini sono intimamente correlati. Occorre trovare il giusto equilibrio tra autonomia dei territori e unità nazionale. È ciò che Svimez chiama federalismo simmetrico basato su uguaglianza dei Lep e sulla perequazione finanziaria. Quello che propone Calderoli è autonomia del tutto asimmetrica che aumenta il divario e lo istituzionalizza. “La nostra Costituzione – ha concluso Luca Bianchi – è straordinaria proprio perché si basa sull’unità nazionale. Qualunque modello di autonomia è consentito purché non indebolisca questo concetto che è identificativo del nostro Paese ma è anche alla base della potenzialità di crescita nei prossimi anni”.

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