All’istituto Chimirri il “Dulbecco day” con Amalia Bruni

Incontro di grande spessore umano e scientifico

Più informazioni su

    Ha sedotto letteralmente la platea la scienziata di fama internazionale che ha incontrato, una delegazione di studenti maturandi del Chimirri e di loro docenti.

    Un appuntamento significativo, sostenuto dal dirigente Roberto Caroleo, per la prima edizione del “Dulbecco day”, la manifestazione con cui l’Istituto scolastico intende ogni anno celebrare la figura del grande scienziato, cui Catanzaro ha dato i natali.

    Con una cifra, l’umiltà, tipica dei “grandi” e quasi imbarazzata di essere definita “scienziata” tra i colleghi con cui ha collaborato, Amalia Bruni ha narrato con pacata naturalezza e straordinaria capacità affabulatoria il percorso di vita che l’ha condotta a creare e dirigere il prestigioso “Centro di Neurogenetica” di Lamezia Terme.

    A partire dalla miccia della curiosità sul funzionamento del cervello umano accesa da un testo, capitatole per caso tra le mani, da giovanissima scout. Poi il desiderio di studiare psicologia che però a Napoli non c’era ed il ripiego sulla facoltà di medicina, l’imprevedibile destino legato al pollice di un ignaro usciere che le ha fatto varcare la soglia di una segreteria di Neurologia anziché di Psichiatria per un internato, il titolo accademico conseguito in 5 anni e una sessione.

    La specializzazione in Neurologia a Napoli ed il ritorno in Calabria come neurologa-ricercatrice presso l’ospedale PuglieseCiaccio. Ancora una bizzarria del caso, una lettera su una scrivania, ignorata da anni, di un neurologo francese alle prese a Parigi con una paziente nicastrese di 40 anni affetta da Alzheimer, lettera che è diventata per la giovane laureata l’occasione di una collaborazione proficua e l’inizio di un lavoro monumentale di ricostruzione di alberi genealogici di famiglie lametine risalenti fino al 1500.

    Una banca dati enorme, tutt’ora patrimonio a disposizione di chiunque voglia fare non solo studi digenetica di popolazione ma anche studi storici, antropologici.

    Sempre sottolineando la crucialità di collaborazioni nazionali e internazionali e del lavoro in team, lascienziata, ha raccontato della scoperta del gene di una proteina, la “presenilina 1′, coinvolta nella patogenesi dell’Alzheimer se mutata, quando di tale malattia non si sapeva quasi nulla. E poi del coordinamento del team che ha portato alla scoperta di una seconda proteina, detta “nicastrina”coinvolta nell’insorgenza della malattia, così denominata in onore della famiglia che ha collaborato con le ricerche.

    Amalia Bruni, ha goduto dell’amicizia e della profonda stima, “dichiarata”, di un’altra straordinaria scienziata, Rita Levi Montalcini, madrina inaugurale del centro di Neurogenetica nel 1996, un centro che per anni, in sinergia con l’ospedale lametino, ha costituito un punto di riferimento per la ricerca, la diagnosi e la cura delle demenze.
    Con i Caffè Alzheimer dove ci si incontra, si condivide la propria esperienza, si offrono momenti di svago e si riceve supporto, la prof.ssa ha inteso offrire una presa in carico a 360 gradi dei pazienti condemenza, dei loro familiari e dei caregiver, poiché questa patologia paurosa, che annulla l’identità, genera umiliazione e necessita pertanto di mezzi che l’aiutino ad emanciparsi dall’alone di stigmasociale che ancora la circonda.

    Quel ”I care”, quell’eccedenza che fa la differenza in tutte le professioni e che trapela anche dal profondo rispetto con cui ella parla delle famiglie che, superando la barriera del pregiudizio, hanno collaborato con le sue ricerche.

    All’introduzione affidata alla professoressa Maria Carmela Calvieri, storica docente di Biologia dell’Istituto e ad una breve presentazione di un’esperienza messa a punto nei laboratori didattici, di amplificazione e separazione di un gene, effettuata dalla classe 5E e illustrata dallo studente Niccolò Chiarella, è seguito il racconto coinvolgente della professoressa Bruni, le domande della platea, la proiezione di un toccante filmato della regista Angelica A. Pedatella dedicato alla scienziata e la classica foto ricordo.
    Da ultimo, Amalia Bruni che ha generosamente accolto l’invito della professoressa Calvieri a collaborare con la scuola nell’organizzazione delle future edizioni del “Dulbecco day“, ha visitato i laboratori della scuola.
    “Noi  – si legge in una nota della scuola -le siamo grati per il tempo che ci ha dedicato. Pensavamo di incontrare una grande scienziata e tanto sarebbe bastato. E invece no. La professoressa con modi semplici, gentili, diretti, voce morbida, naturale abilità di storyteller ci ha regalato un “racconto”, offrendoci così uno spaccato della Donna.
    E ci ha conquistati. Un esempio luminoso per i nostri studenti. Un vanto per la Calabria… che non può assolutamente rassegnarsi alla perdita derivante dalla chiusura del centro di Neurogenetica e da qui, da questa perla, ripartire per il suo riscatto”.

    Più informazioni su