Materia Independent Festival, il Design sospeso tra Rito e Arte

Quinta edizione on line con serata finale al San Giovanni per la rassegna che aumenta il ranking nel settore attraendo designer di rilievo internazionale e coinvolgendo l’artigianato locale

Giunto alla quinta edizione, il Materia Independent Design Festival può considerarsi uscito dalla linea d’ombra anagrafica e relazionale, presentandosi come evento se non storicizzato quantomeno stabilizzato, inserito in un circuito reputazionale in costante crescita. Prova ne siano il diffuso richiamo che se ne fa nelle più quotate riviste nazionali ed europee di settore e la fortunata coincidenza di vedersi riservare ampio e approfondito spazio nello stesso inserto mensile che Repubblica dedica a Milano Design City, nell’articolo intitolato non casualmente “Design artigiano? Benvenuti al Sud”. Prova ne sia, come hanno sottolineato i due curatori della rassegna, Domenico Garofalo e Giuseppe Anania, il pronto accoglimento dell’invito da parte di designer di grande fama e di consolidata importanza, quali Elena Salmistraro, Tommaso Spinzi, Matteo Cibic, Sara Ricciardi, lo stesso art director Antonio Aricò. In altri tempi, non lontanissimi, sicuramente prima che i due architetti catanzaresi di Officine AD dessero avvio all’impresa, l’invito a partecipare sarebbe caduto nel vuoto, condannato all’irrilevanza se non al commiserevole sarcasmo destinato ai neofiti. E invece, adesso che Materia si è posizionata tra le maggiori rassegne di design, Aricò Garofalo e Anania possono guardare avanti con sguardo grandangolare, ampliare su concrete basi ambiti e obiettivi, inventarsi suggestioni e finanche giocare sulle sfumature linguistiche, le stesse che fanno loro intitolare la presente edizione “Materia sospesa” – sospesa tra materiale e virtuale, tra Covid e ripresa, tra arte e tecnica, tra territorio e rete -; indicarne la location in “Catanzaro e un luogo immaginario” – quando basterebbe mettere l’accento sulla congiunzione per cambiare senso e aprire altri mondi -. Immaginario, così gli ideatori nel corso della presentazione stamattina al San Giovanni per non dire prosaicamente digitale, infosfera nella quale l’emergenza sanitaria in atto ha portato a comprimerne lo svolgimento, che si attuerà nella fine settimana compresa tra il 2 e il 4 ottobre, con una chiusura viceversa in presenza, sia pure contingentata e regolamentata secondo norma.

La “Materia”, quest’anno, parte da quanto meno affine potrebbe sembrare, ovvero la religione, o meglio, la sua trasposizione esteriore nel Rito. È proprio il rito più pubblico e popolare, la Processione, ad avere ispirato il tema ad Antonio Aricò, che ne farà oggetto del suo talk finale di domenica sera al San Giovanni. Non per niente, sulla copertina del programma è riprodotta la Madonna nera di Capocolonna e le prime cinque lettere di Materia – Mater – campeggiano sulla veste scura della Madre incoronata regina in quel luogo suggestivo nel 1893, come de epigrafe. L’idea di base è reinterpretare gli oggetti di culto e di rito secondo la sensibilità del design di oggi. Niente di blasfemo, tanto che i passaggi iconografici sono stati visionati da una curia vescovile, non con intenti censori bensì per evitare non voluti fraintendimenti. I curatori e l’art director hanno indirizzato il tema a due differenti livelli di svolgimento. Il primo – l’operazione Young “Miracoli di design” – si è svolto nei mesi precedenti con una call rivolta a giovani emergenti designer di tutt’Italia che ha generato la scelta ricaduta su quindici di loro portatori di 25 prodotti nella Digital exibition che si terrà dalle 9 alle 17, sulle pagine Facebook e Instagram dedicate, venerdì 2 ottobre, propedeutica al talk via social delle 18, protagonista Federica Sala, curatrice indipendente e design advisor. Il secondo livello – Collezione Santa – è rivolto ai big, i cinque prima menzionati, la cui esibizione digitale sarà in rete, su Facebook e Instagram, sabato 3 ottobre, fino all’appuntamento serale del talk, curato a distanza per l’occasione dal fotografo di moda Guido Taroni. I cinque, tutti designer di fama, hanno curato l’ideazione di cinque oggetti di culto – Semestraro il trono, Spinzi l’altare, Cibic l’inginocchiatoio, Ricciardi l’ostensorio, Aricò l’icona – affidandone la realizzazione a ditte e singoli artigiani calabresi, fornendo pertanto un contributo reale alla crescita dal basso della consapevolezza creativa che può trovare, in un popolo abituato ad esercitare egregiamente la manualità, felice terreno di coltura. È la contaminazione tra sapere strutturato e artigianato d’arte che solo può produrre tradizione e alimentare il circuito virtuoso tra cultura ed economia, chiave di volta finora scarsamente utilizzata su queste latitudini. La terza conclusiva giornata di domenica 4 sarà dedicata, sempre in modalità digitale, alle produzioni di Antonio Aricò, la “Madonna Viola” opera su telo nero, e “La Processione”, performance in chiave di luminaria. Aricò, designer e artista, reggino di nascita e di formazione internazionale, mentore della contaminazione tra arte artigianato e poesia, sarà però in presenza dalle 18 alle 20 al San Giovanni, intervistato da Eugenia Ferragina. Il talk è aperto al pubblico, fino a esaurimento posti, assegnati e distribuiti secondo norme anti covid.

Previsto per la categoria Young il premio della giuria tecnica in collaborazione con Guglielmo Spa e la menzione speciale dedicata al giovane architetto e amico del festival, recentemente scomparso, Sergio Mirante. “Materia” si è avvalso di diversi sponsor privati e del patrocinio, anche per questa edizione, del Comune di Catanzaro, presente alla conferenza con gli assessori alla Cultura e al Turismo, rispettivamente Ivan Cardamone e Alessandro Lobello, e con il presidente del Consiglio comunale, Marco Polimeni. Comune ai tre amministratori la soddisfazione per l’ampio riconoscimento riservato in modo unanime da stampa nazionale, critica e pubblico a “Materia Independent Design Festival”, paradigma della volontà dell’amministrazione di proseguire nella ricerca di una via credibile, duratura ed efficace di Catanzaro Città della Cultura, a dispetto anche delle contingenti difficoltà derivanti dalla pandemia in atto.