Alienazione parentale, ‘Casa di Nilla’ unico centro in Italia

La comunità catanzarese citata come modello per il Paese al pari di quanto sta avvenendo in Australia. Presto questa esperienza sarà riportata in un capitolo di una guida specializzata

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    La fine di un matrimonio o comunque di un rapporto passa sempre per la via più dolorosa se di mezzo ci sono figli. Non importa che età abbiano. Il mancato equilibrio tra gli adulti penalizza inevitabilmente la crescita e lo sviluppo dei ragazzi. Le guerre tra adulti mettono una seria ipoteca senza riscatto sulla possibilità che i ragazzi diventino persone consapevoli dell’amore da dare e da ricevere. Solo da qualche anno si inizia a parlare in Italia di “alienazione parentale”. Il primo programma Family Bridges for Alienated Children and Families (FBAC) è stato condotto in Australia per conto di un Family Court in Australia. Per questa famiglia, i bambini possono ora godere di una relazione d’amore con il genitore da cui sono stati alienati, per la prima volta in molti anni. Ma in Italia, il primo centro ad occuparsi di questo è proprio in Calabria e a Catanzaro. SI tratta de “La casa di Nilla”. Oggi , dopo diversi riconoscimenti, arriva anche quello di una primogenitura importante certificata dal neuropsichiatra infantile Camerini. Sono tre gli esperti che in questo momento nel centro catanzarese si occupano di seguire i ragazzi per i quali sia stata riconosciuta una situazione che tecnicamente viene definita alienazione genitoriale. Una decina i casi accertati, molti di più quelli non riconosciuti. E questo perché  la magistratura di riferimento inizia solo ora a dare il proprio contributo in termini di riconoscimenti. Presto il modello Casa di Nilla diventerà il capitolo sul Parent – Child ReActivation nel nuovo libro pubblicato per Franco Angeli da Marco Pingitore.

    Giulia Zampina

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