Giustizia, a due anni dalla riforma Orlando. Convegno a Catanzaro

Iniziativa della scuola forense 

Più informazioni su


    A due anni dall’approvazione della riforma Orlando, dal nome dell’allora ministro del governo Gentiloni, il giudizio degli operatori di giustizia non è univoco. Oggi come d’altra parte nel momento in cui fu varata. Dei molti aspetti che la caratterizzano, e che incidono notevolmente sia sul codice penale che sulla procedura processuale, si parla nel corso del convegno organizzato dalla Fondazione della Scuola Forense e dall’Ordine degli avvocati di Catanzaro alla Casa delle culture. Due sessioni, mattutina e pomeridiana, che in sostanza sono le considerazioni conclusive di un percorso formativo durato un anno, come ha tenuto a precisare  Leo Pallone, direttore della Scuola.

    La riforma ha inciso parecchio, sia dal punto di vista del diritto sostanziale che su quello processuale, con obiettivi ambiziosi sulla migliore definizione di alcuni reati e delle relative pene,  nella durata e nelle modalità dei passaggi procedurali, nel contenimento dei tempi e del carico processuale. Un solo articolo contenete però ben 95 commi, che riguardano istituti fondamentali e strumenti adoperati continuamente nelle aule, e ancor prima nelle indagini: la prescrizione, le intercettazioni, l’estinzione del reato per riparazione, tempi definiti per le indagini, patteggiamenti e riti alternativi, nuova disciplina dei ricorsi in Cassazione. Una riforma monstre, è stata definita da alcuni relatori, dal grande apporto quantitativo ma dagli effetti qualitativi ancora sub iudice. Nella sessione mattutina hanno relazionato, tra gli altri l’ordinario di diritto penale all’Umg Luigi Fornari, il presidente della sezione Gip-Gup del tribunale di Catanzaro Antonio Battaglia, il giudice della stessa sezione Paola Ciriaco, gli avvocati Valerio Murgano, Carlo Petitto e Orlando Sapia. Nella sessione pomeridiana previsti gli interventi del presidente del tribunale penale di Catanzaro Alessandro Brevin, del consigliere della Corte di cassazione Vincenzo Galati e degli avvocati Francesco Iacopino, Salvatore Staiano, Giancarlo Pittelli e Danilo Iannello.

    R.N.

    Più informazioni su