Perde “vigore” la crescita dell’economia calabrese: torna a salire il tasso di disoccupazione

La nostra regione in linea con il resto del Paese, ma ancora in peggioramento. Resiste il settore delle costruzioni mentre il turismo non è ancora tornato ai livelli pre covid

Perde “vigore” la crescita dell’economia calabrese nel 2023, proseguendo nella tendenza che si era già manifestata a partire da metà dello scorso anno: nel primo semestre l’attività economica in regione è aumentata solo dell’1,1 per cento, in linea con quanto osservato nel resto del Paese. E se si pensa che l’anno scorso la crescita era stata però del 3%, si può parlare di un deciso rallentamento.

Generico novembre 2023

Sono questi alcuni dei risultati del sondaggio congiunturale condotto tra settembre e ottobre dalla Banca d’Italia, presentato questa mattina nella sede della filiale, a Catanzaro, alla presenza del direttore Marcello Malamisura, del vice direttore Rizieri Bruno, e dai Componenti del Nucleo di Ricerca Giuseppe Albanese (coordinatore), Tonino Covelli, Iconio Garrì, Graziella Mendicino ed Enza Maltese.

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Il maggior rallentamento riguarda l’industria

A livello settoriale, il rallentamento ha riguardato maggiormente l’industria in senso stretto. Le costruzioni sono state ancora in parte sospinte dal completamento degli interventi di riqualificazione edilizia stimolati dal Superbonus, mentre in prospettiva potrebbe incidere di più il contributo dei lavori pubblici finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che è stato finora inferiore alle attese degli operatori. Nel terziario la congiuntura è rimasta positiva, pur risentendo della frenata delle vendite nel commercio e della debole crescita delle presenze turistiche.

Secondo i risultati del sondaggio Sondtel su un campione di imprese dei servizi privati non finanziari, la quota di aziende con fatturato nominale in crescita nei primi nove mesi dell’anno è stata pari al 46 per cento, quella delle aziende con fatturato in calo al 15 per cento.

Nel settore delle costruzioni sono emersi segnali di attenuazione della fase di espansione registrata nell’ultimo biennio. Nel primo semestre dell’anno, le ore lavorate denunciate alle Casse edili presenti in regione sono diminuite del 6 per cento, dopo il forte incremento avvenuto nello stesso periodo del 2022 (81 per cento).

Secondo il report di Bankitalia, il fatturato delle imprese calabresi nei primi nove mesi dell’anno ha registrato in media un moderato incremento, ancora sostenuto dall’aumento dei prezzi di vendita. La situazione reddituale è migliorata, beneficiando anche della riduzione dei prezzi dei beni energetici, mentre gli investimenti sono rimasti su livelli contenuti, risentendo probabilmente del clima di incertezza sull’evoluzione del quadro macroeconomico e dell’innalzamento del costo del credito.

L’andamento è risultato ancora vivace nel comparto residenziale, che ha tratto vantaggio dal completamento dei lavori stimolati dalle agevolazioni fiscali introdotte dal DL 34/2020 (decreto “rilancio”). Secondo i dati del monitoraggio congiunto di Enea e Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, in Calabria gli interventi riferiti al “Superbonus” al 30 settembre 2023 erano 13.783, per un importo complessivo di 2,7 miliardi di euro, ancora in aumento di oltre un quarto rispetto a fine 2022; i lavori risultavano conclusi all’81 per cento.

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Segnali di indebolimento negli andamenti occupazionali

Dopo la sensibile ripresa del biennio precedente, gli andamenti occupazionali hanno mostrato segnali di indebolimento, che hanno riguardato soprattutto i contratti di lavoro dipendente a tempo indeterminato e la componente femminile. Il tasso di disoccupazione è tornato a crescere, alimentato però essenzialmente da una maggiore intensità nella ricerca di lavoro.

Secondo i dati della Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, nel primo semestre dell’anno in corso il numero degli occupati in regione è cresciuto dello 0,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022, un aumento molto più contenuto di quello registrato nel Mezzogiorno e in Italia (rispettivamente 2,4 e 2,0 per cento).

“Nella media dei primi sei mesi del 2023, il tasso di occupazione ha raggiunto il 43,5 per cento (5 decimi in più rispetto allo stesso periodo del 2022), sospinto anche dalla continua riduzione della popolazione in età da lavoro (15-64 anni) che, tra gennaio e giugno, è diminuita di circa lo 0,6 per cento; il divario del tasso di occupazione regionale dalla media nazionale si è tuttavia ampliato di quasi un punto percentuale – si legge ancora nel report -. Anche il tasso di disoccupazione è tornato ad aumentare, raggiungendo il 16,8 per cento (14,6 nello stesso periodo del 2022). L’incremento è stato alimentato da una maggiore partecipazione al mercato del lavoro, con la conseguente crescita del tasso di attività di quasi due punti, al 52,4 per cento. L’incremento tendenziale dell’occupazione ha riguardato esclusivamente gli uomini mentre il numero delle lavoratrici è leggermente diminuito”.

Per il solo settore privato non agricolo, i dati forniti dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, mostrano che il numero dei posti di lavoro alle dipendenze creati tra gennaio e giugno è stato leggermente superiore a quello dello stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, l’aumento delle assunzioni nette ha riguardato esclusivamente la componente dei contratti a tempo determinato, mentre la creazione di occupazione più stabile ha mostrato segnali di rallentamento, in controtendenza con il dato medio nazionale. L’incremento delle nuove attivazioni è in prevalenza riconducibile ai servizi (e in particolare al comparto turistico), caratterizzati proprio da un maggiore ricorso ai contratti a termine, mentre si è notevolmente ridimensionato il contributo delle costruzioni

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I consumi risentono del calo del potere d’acquisto

I consumi delle famiglie calabresi hanno risentito del forte calo del potere di acquisto, accompagnato da un deterioramento del clima di fiducia. L’inflazione, dopo aver raggiunto un picco a fine 2022, ha iniziato gradualmente a ridursi nei primi mesi dell’anno in corso, pur restando ancora su livelli elevati. Le famiglie in difficoltà economica hanno continuato a beneficiare di misure straordinarie volte a limitare l’impatto dei rincari dei prezzi di energia e gas. Al contempo, a seguito delle recenti modifiche normative, ha iniziato a ridursi la quota di famiglie beneficiarie del Reddito di cittadinanza, che sarà totalmente sostituito a partire dagli inizi del 2024 dall’Assegno di inclusione, destinato a una platea più ristretta di nuclei familiari.

La crescita dei prestiti bancari alla clientela privata si è indebolita, riflettendo principalmente il calo della domanda connesso con il rialzo dei tassi. La dinamica dei prestiti è risultata peggiore per le imprese, soprattutto per quelle di minore dimensione; per le famiglie il ricorso al credito al consumo è rimasto sostenuto, mentre le nuove erogazioni di mutui residenziali sono scese. Nonostante il peggioramento congiunturale, il tasso di deterioramento del credito si è mantenuto contenuto. I depositi bancari delle famiglie e delle imprese si sono lievemente ridotti, anche in conseguenza della ricomposizione del risparmio verso strumenti con rendimenti più elevati.

 

Il Pnrr in Calabria 

Un’attenzione particolare nel report di Banca d’Italiaè posta all’analisi  dello stato di attuazione del Pnrr: alla data del 10 ottobre risultavano assegnati 5,6 miliardi di euro ai soggetti attuatori pubblici da realizzare sul territorio calabrese, pari a 3.004 euro per abitante. I fondi risultano maggiormente concentrati sulle missioni volte alla digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo e rivoluzione verde e digitale che assorbono circa il 45% delle risorse allocate. A giugno 2023 i soggetti attuatori pubblici avevano bandito procedure per un importo di 1,7 miliardi pari circa il 40% del valore dei progetti. In particolare, la percentuale di gare avviate per gli interventi relativi a “Rivoluzione Verde e transizione ecologica” e “Inclusione e Coesione” risultava più elevata a fronte di un minor grado di avanzamento degli interventi rivolti a “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” e Salute.

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