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Etienne De La Boetie: chi è costui? Riflessioni anche per i catanzaresi sulla servitù volontaria

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Ieri è apparso su un post di facebook un pensiero dell’Avv. Talerico che così conclude:”ci siamo abituati così tanto alla schiavitù materiale e sociale che non vediamo più le catene”.

E’ così, perché secondo il filosofo Etienne de La Boétie,l’abitudine è uno dei mezzi attraverso i quali il Potere ottiene il consenso necessario ad ogni regime ,anche tirannico;l’abitudine a servire ha l’effetto di sentirsi soggiogato.

Nel suo “Discorso sulla servitù volontaria” (scritto 500 anni fa) Etienne afferma che la tirannia (spesso evocata dai calabresi) non è imposta ma consensualmente accettata dal popolo,il quale si trova quindi in una situazione di servitù volontaria,”ossia accetta volontariamente di sottomettersi al tiranno” (cit. da Cerroni).

 

C’è quindi un rovesciamento di 180 gradi nel rapporto tra il potere e le vittime (i calabresi, in generale);se le vittime fanno usualmente ricadere sul potere i loro affanni,in Etienne c’è una inversione:subire il potere è richiesto e voluto;essere libero,a volte,è più faticoso che essere schiavi;da schiavi c’è complicità col potere e si possono raccogliere le briciole fatte cadere artatamente…

Per de La Boètie,dunque,non c’è né stupidità,nè irrazionalità,ma il desiderio da parte del popolo di servire.

Secondo l’ultimo Report ISTAT del 2019,la Calabria ha il più alto numero di omicidi:2,68 per 100 mila maschi ,che è 3,8 volte più alto rispetto alla media nazionale (0,70);significa poco meno di 50 omicidi all’anno. In Calabria sono 105 i Comuni sciolti per mafia:è la densità più alta d’Europa,e così via.

 

Non si riesce ancora a comprendere come mai la Calabria ha questi ed altri tristi primati:è una caratteristica fisiologica-lombrosiana? Certamente NO. Hanno avuto influenza le numerose dominazioni straniere:arabi,francesi,spagnoli,ecc…?Certamente NO. Il brigantaggio? NO. Un serio dibattito sulle reali motivazioni non è mai stato aperto:solo fiumi di parole e convegni inutili(dove io premio te e tu premi me).

Aveva ed ha ragione Augias quando afferma:”la Calabria è una terra perduta: io ho il sentimento che la Calabria sia irrecuperabile”? E perché?

Etienne afferma,a tal proposito, “basterebbe desiderare essere liberi per diventarlo”.Ci vuole coraggio. Che non è certo quello che si è visto in TV:il politico calabrese che letteralmente si china a baciare la mano ad altro politico non calabrese;amici di New York che videro la scena mi chiesero lumi:dissi falsamente che era la scena di un film:mi vergognai,per un attimo, come un ladro, di stare in Calabria.

A tal punto:che fare? Un passo avanti e due indietro come proclamava il rivoluzionario russo?

Oppure,che so,meglio,andare a Taverna ad ascoltare il concerto di Angelo Branduardi,così come egregiamente voluto ed organizzato dall’eterea e vivace Elena Dardano, nella splendida chiesa di San Domenico (custode dei quadri di Mattia Preti), oppure,che so, ascoltare su you tube, la triste e coinvolgente musica di Cecè Barretta (iu nun ti pozzu amari).

Diciamoci la verità:quanto vale oggi leggere Etienne de La Boetie?

 

Giancarlo Spadanuda

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