Sposato (Cgil) a Monitor: a fine luglio finisce la mia segreteria

Il segretario generale regionale è al termine dei due mandati. L’impegno nelle vertenze Abramo call center e Tirocinanti di inclusione sociale

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Angelo Sposato, 57 anni, a fine luglio cesserà nella carica di segretario generale Cgil Calabria. Essendo già al secondo mandato, non è nelle sue possibilità la permanenza nelle funzioni. La Cgil, si premura di confidare, è ferrea in questa disposizione statutaria a qualunque livello venga applicata, dalla segreteria nazionale alle categorie. Regola benedetta, fa intendere a un certo punto Sposato nel corso della puntata di Monitor cui ha partecipato nel pomeriggio, anche perché ha consentito una notevole capacità di rinnovamento, e con essa di temi e di personalità.

Eletto per la prima volta nel 2016 e rinnovato nel 2018, chissà se per Sposato si aprirà la strada romana e nazionale che ha diverse volte arriso ai dirigenti sindacali calabresi, ultimo della serie Santo Biondo della Uil che ha passato il testimone regionale a Maria Elena Senese per assumere a tempo pieno incarico alla segreteria nazionale di quel sindacato dove peraltro già operava.

Esaurita questa parte “personale” – che comunque sarà ripresa al termine della trasmissione in diretta web dagli studi di Catanzaro Informa, con un piccolo affresco a metà tra la “restanza” di Vito Teti e la “ripartenza” di un giovane ferroviere appena assunto dalle FS – la puntata è stata ricca di argomenti e di spunti imperniati sull’azione che tre anni fa a Siderno, presenti i leader nazionali, i sindacati calabresi chiamarono “Vertenza Calabria”.

Una vertenza, fatta propria dalle sigle nazionali, incentrata su tre pilastri: salute, infrastrutture, lavoro. Tre temi tra loro legati dal denominatore comune dello sviluppo che non può farsi attore protagonista se non collegato a tutti e tre. Da allora, l’azione sindacale e della Cgil in particolare si è sviluppata su due binari paralleli e nessuno a scartamento ridotto: da una parte la mobilitazione generale e di categoria, dall’altra l’interlocuzione con i livelli decisionali, i governi regionale e nazionale.

Angelo Sposato a Monitor

Per dire, domani Sposato e la Cgil saranno a Cosenza alla manifestazione regionale indetta con la Uil per salute e sicurezza sul lavoro, in coincidenza con quattro ore di sciopero proclamati già nei giorni scorsi e che una tragica coincidenza ha voluto si svolgessero nell’immediatezza della sciagura occorsa a Suviana, l’ennesimo tributo in vite umane stroncate nei cantieri italiani, evenienza cui non sfugge la Calabria. Che di suo ha problemi particolari e altri che fanno parte dello scenario nazionale, ma qui rinforzati dal perdurare di criticità pregresse e mai superate. Come si può dire per la sanità pubblica che arranca nel Servizio sanitario nazionale e affanna in quello regionale, nonostante l’attivismo indiscutibile del presidente-commissario Roberto Occhiuto che ogni giorno e l’altro pure interviene con decreti, proponimenti, conferenze, piani di riordino e chiamate assunzionali.

Con Occhiuto i tre sindacati si vedono spesso, l’ultima volta è stato a Cosenza nella centrale operativa del 118, a parlare della rete di emergenza urgenza e più in generale della rete ospedaliera regionale, oggetto di riordino e revisione non ancora completata, a sentire lo stesso Occhiuto che non assicura il recepimento da parte dei ministeri controllanti il piano di rientro. Su sanità, ospedaliera e territoriale, i sindacati hanno le loro proposte, non ultima la necessità che i tavoli di rete siano portati a livello territoriale da parte di commissari straordinari e direttori generali.

Angelo Sposato si è poi dedicato, invitato sia dal colloquio in studio con Raffaele Nisticò sia sollecitato dalle domande del pubblico web per il tramite di Ugo Palmerino, a illustrare problemi e proposte sindacali sul tema delle infrastrutture e del lavoro, con particolare riferimento alle vertenze in atto, tra le quali hanno assunto carattere di urgenza le vicende ultime del Gruppo Abramo in ambito call center (oltre mille i lavoratori interessati) e i tirocinanti di inclusione sociale (oltre 4000 per lo più impiegati nei Comuni e negli enti locali).

Non disdegnando di affrontare temi più generali quali la transizione ecologica e digitale, l’attuazione del Pnrr, le debolezze del sistema imprenditoriale calabrese, le ricadute (scarse) dei Programmi operativi regionali, la centralizzazione di cabine di regia e di Zone economiche speciali in aperta contraddizione con le spinte verso le autonomie differenziate, l’evasione fiscale da combattere con un fisco equo e solidale. In un quadro cupo nel complesso, l’uscita di trasmissione di Angelo Sposato è volutamente improntata alla speranza: “É importante la tornata della programmazione.

Se continuiamo a lavorare su questi asset – sanità, infrastrutture e lavoro -, accompagnandoli con la vigilanza sul Pnrr e sui fondi europei, c’è speranza: i soldi e le risorse ci sono, occorre creare una grande batteria sul piano istituzionale per coinvolgere il più possibile i giovani: dare loro occasioni di lavoro, anche nell’ambiente e nelle aree interne”. Occorre fare tesoro di Vito Teti e della sua ‘restanza’, e farne un punto di progresso e di avanzamento”.

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