Congedi e buoni propositi: Montuoro saluta e Abramo vara il piano di riequilibrio foto

L’opposizione responsabile sulla difficile situazione finanziaria ma critica sulla gestione del presidente in carica

L’ultima seduta del Consiglio provinciale di Catanzaro prima delle votazioni per il suo rinnovo fissate per domenica 18 dicembre poteva essere dedicata alle formalità dei congedi e delle felicitazioni insieme all’atto dovuto dell’approvazione del rendiconto 2020. Invece, per l’evolversi della difficile situazione finanziaria, si è tramutata in tappa importante per un nuovo inizio. Le settimane scorse sono state segnate dalle decise prese di posizione della opposizione consiliare, decisa a rivelare all’opinione pubblica lo squilibrio finanziario esistente, tale da mettere in pericolo insieme alo svolgimento delle funzioni essenziali dell’Ente anche lo stipendio per i dipendenti di Palazzo di Vetro. C’era pertanto una generale attesa per la relazione sullo stato finanziario che ha svolto in Aula lo stesso presidente Sergio Abramo, partendo proprio dalla fine, ovvero dalla necessità di impedire che “la Provincia di Catanzaro si diriga verso il dissesto”.

“Nel mese di agosto 2020 – ha detto in sintesi Abramo – è arrivato il nuovo dirigente Salvatore Saraceno, che ha portato alla luce una situazione finanziaria che necessitava di approfondimento, e che adesso è codificata da un consuntivo approvato dal collegio dei revisori e che consente di utilizzare un mezzo straordinario che il legislatore ha inserito per evitare il dissesto, cioè il piano di riequilibrio finanziario pluriennale. Saraceno ha compreso che i parametri della nuova contabilità non erano stati applicati in questa Provincia, tanto da esplicitare una situazione finanziaria completamente distorta rispetto alla situazione conosciuta in precedenza, buona solo in apparenza, Una realtà che arriva da lontano e che sarebbe diventata irrimediabile se non avessimo preso delle immediate contromisure mettendo in campo azioni che guardano a riequilibrare la situazione”.

Queste le principali operazioni che, anche in concorso con l’Unione delle Province italiane, l’amministrazione Abramo ha messo in campo, portando, dal 2018 a oggi, a un risparmio di circa 2 milioni:
– Il valore dei fitti passivi è passato dal valore di 2,2 milioni € a 1,4, risparmiando circa 0,8 milioni/anno di spesa corrente;
– utenza idriche per strutture non utilizzate, risparmio 148mila;
– ripristino impianti fotovoltaici mai attivati, risparmio 1.080.000;
– risparmio su gestione autoparco, risparmio 50mila/anno.
Inoltre attivato un recupero entrate pregresse, ricostruendo l’addizionale provinciale Tefa (Tributo per l’esercizio delle funzioni ambientali), che ha consentito di iscrivere crediti dai Comuni superiori di poco ai 6 milioni;
– recupero dei canoni Cosap (occupazione suolo pubblico) con accertamenti che dal 2018 al 2021 superano i 6 milioni e che già nel 2021 hanno portato nelle casse un riscosso di 750mila euro;
– accertamenti per cartellonistica pubblicitaria per 200mila euro/anno;
– certificazione crediti dovuti dall’Amministrazione provinciale di Vibo Valentia per quasi 7 milioni e mezzo, riconosciuti dalla debitrice, in parte esigibili in parte oggetto di transazione.

“Si è fatto il massimo possibile – ha commentato il presidente –  tenendo conto della rigidità delle spese, bloccando i concorsi pur previsti a fronte dei pensionamenti, rinunciando alla sostituzione di un dirigente pensionato e alla figura del direttore generale (l’ultima, Valeria Fedele, è stata eletta al Consiglio regionale, ndr). . Con l’Upi abbiamo preparato una proposta di legge per ricevere deleghe da parte della Regione, così cpme succede in tutte le altre Regioni. Il presidente presentata Occhiuto ha risposto con entusiasmo, ma aspettiamo fatti conseguenti. Vantiamo crediti dalla stessa Regione, mentre sui prodotti derivati cui si è fatto ricorso negli anni precedenti stiamo studiando con Upi e nostri legali come farvi fronte, perché presentano una negatività attuale che pesa. Siamo in attesa dell’approvazione in finanziaria delle provvidenze per le Province in predissesto, per acceder alle quali è necessario approvare il consuntivo entro il 30 novembre e approvare il piano finanziario pluriennale di riequilibrio, oggetto della presente seduta. MI dedicherò a tempo pieno – ha concluso Abramo –   per fare uscire la Provincia dalla situazione difficile che parte da lontano e alla quale stiamo cercando di rimediare con nuovi mezzi”.

Hanno replicato i consiglieri di opposizione. Davide Zicchinella (Partito democratico), ricordando come nessuno abbia mai addebitato ad Abramo le responsabilità del disavanzo con il fardello di 36 milioni di indebitamento, ha osservato che la diagnosi è stata ritardata, se è vero che la ricerca è iniziata ad agosto 2020, anche per via della distrazione apportata dalle elezioni regionali. L’opposizione assumerà la sua parte di responsabilità, nel senso chiarito dal successivo intervento di Marziale Battaglia (Area Civica), assegnando voto contrario al rendiconto ma voto positivo al piano di riequilibrio: “Il primo colpevole della situazione è senza dubbio la legge Delrio, che ha prodotto confusione con la logica seguente: riduco personale e funzioni, riduco le spese, voi incassate dalle entrate che pure avete e in cambio mi dovete pagare. Questo ha creato difficoltà in una Provincia che gestiva funzioni delegate a 360 gradi, e dava una incredibile risposta sul territorio. Nei tempi ancora più precedenti, è stata però una scelta politica a portare ai 200 milioni e passa di indebitamento, invece di accedere ai finanziamenti statali o europei. Negativo per l’andamento della gestione Abramo è stata la predominanza in Consiglio della città di Catanzaro che vi ha trasferito l’attività politica e la stessa sovrapposizione di ruoli del presidente e sindaco della città capoluogo che o ha portato a essere assente dai territori e lontano dai sindaci”. Critico anche Gregorio Gallello (Area Civica) che, al contrario dei due colleghi di minoranza si ricandida al Consiglio: il rendiconto viene approvato anche per l’atto di responsabilità dei consiglieri di minoranza che hanno concesso la liberatoria per il mancato rispetto dei termini di deposito in segreteria del documento contabile. Ma termina con una parola di speranza per le sorti dell’Ente.

Per la maggioranza sono intervenuti Giuseppe Pisano (Destra Civica), che ha strappato amara ilarità nel richiamare tutti a un bagno di realtà riconoscendo di essere consiglieri per volontà dei leader politici che continueranno a dire l’ultima parola nella composizione del prossimo Consiglio, Fernando Sinopoli (Destra Civica), Baldassarre Arena (Centrodestra per la Provincia) e il vice presidente Antonio Montuoro (Centrodestra per la Provincia), che lascia l’assemblea provinciale per approdare a quella regionale da eletto con Fratelli D’Italia.
Il rendiconto della gestione dell’esercizio finanziario 2020 è passato con 9 voti favorevoli e 3 contrari.

Successivamente, il Consiglio ha deliberato di prendere atto della situazione di squilibrio strutturale dell’Ente e di ricorrere alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, prevista e disciplinata dall’articolo 243-bis, del d.lgs. 267/2000. Il Consiglio si impegna, inoltre, entro il termine di 90 giorni dalla data di esecutività della deliberazione ad approvare un piano di riequilibrio finanziario pluriennale della durata massima di 20 anni, compreso quello in corso, e di dare atto che le procedure esecutive intraprese nei confronti dell’Amministrazione provinciale, successivamente all’adozione della deliberazione di ricorso al piano di riequilibrio sono sospese fino alla data di approvazione o diniego del piano.