Dipendenti in stato di agitazione, l’amministratore unico chiede la cassa integrazione

Presidio nei locali della clinica fino "al pagamento degli arretrati e a quando non ci saranno notizie certe sul futuro"

Dipendenti del Sant’Anna Hospital ancora in stato di agitazione. E’  di queste ore la notizia che Maurizio Ippolito, nuovo amministratore unico, nominato proprio la scorsa settimana, ha inoltrato ufficialmente la richiesta di cassa integrazione.

 

Generico aprile 2023

Da quanto si apprende, il presidente del Consiglio comunale, Gianmichele Bosco, ha chiesto un incontro all’ amministratore Ippolito per verificare che tutto si svolga secondo gli impegni assunti dall’azienda, vale a dire la corresponsione degli arretrati ai dipendenti che ancora vantano il saldo di Marzo/Aprile 2022, oltre che delle mensilità di gennaio, febbraio e marzo 2023, oltre che una tantum di 1000euro. I dipendenti hanno intenzione di restare a presidiare la clinica fino a quando non saranno saldati gli arretrati e non ci sarà chiarezza sul futuro dell’azienda.

 

 

“La nostra Azienda con sede in Catanzaro (CZ) Viale pio X, 111 esercente l’attività “Ospedali e case di cura specialistici”, con in organico n. 145 dipendenti tra operai, impiegati e dirigenti, facendo alla seguito comunicazione del 29/12/2020 e ai successivi accordi del 12/01/2021, del 20/10/2021 e del 3/3/2022, si trova costretta a chiedere l’ammortizzare sociale dell’Assegno Ordinario previsto dal Fondo Integrativo Salariale ai sensi dell’art. 26 e seg. del D.L. 148/215 e successive integrazioni e modificazioni – si legge nella lettera inoltrata dall’amministratore Ippolito -. Tenuto conto dell’impossibilità di collocare in altri ambiti il personale dipendente interessato, per l’aggravarsi della situazione economica e, soprattutto, per la crisi di liquidità aziendale conseguente al mancato pagamento dei crediti da parte dell’Asp; ciò in concomitanza alle decisioni di figure professionali quali medici e infermieri di rassegnare le proprie dimissioni che comporta il venir meno dei requisiti minimi di sicurezza dei percorsi sanitari. Tutto ciò premesso, al fine di tutelare la forza lavoro e la prospettiva di un imminente recupero e ripristino organizzativo, si rende necessaria – causa sospensione momentanea delle attività – la conseguente attivazione dell’ammortizzare sociale”.