Catanzaro, Sant’Anna Hospital: 200 operazioni fuori regione, numeri e novità

Migrazione sanitaria, debito per la Calabria, 20 milioni di fatturato in meno e 61 infermieri persi. La clinica a fine mese torna a pieno regime

Hanno anche dato un titolo alla conferenza stampa che si è tenuta a Catanzaro “Un fulgido esempio di resistenza e resilienza”. Resilienza per resistere all’urto, che è stato molto duro, quello di questi dieci mesi senza lavorare e resistenza perché essere oggi aperti significa “che la prima conferenza stampa non era un grido fatto inutilmente e a torto”.

Sant anna hospital catanzaro conferenza stampaNella Foto membri del Cda e dell'equipe medica

Il Sant’Anna Hospital resiste ed esiste ancora. Impiegherà forse ancora qualche giorno per tornare a pieno regime, ma sta operando e sta riprendendo il suo lavoro. Un anno di chiusura significa 20 milioni di fatturato mancato, 61 infermieri che sono dovuti andare via, 200 interventi che il dottor Daniele Maselli (che ha ripreso ad operare a Catanzaro) avrebbe potuto fare in Calabria e invece ha dovuto fare fuori Regione (quindi debiti per la Sanità calabrese e emigrazione sanitaria), significa un danno che probabilmente poteva essere evitato, perché oggi la convenzione c’è e l’agibilità c’è. E c’è anche un nuovo professionista che si aggiunge agli altri che sono rimasti/tornati: Riccardo Cappato, tra i massimi esperti nel trattamento della fibrillazione atriale.
Se chiediamo come sono i rapporti con l’Asp Giovanni Parisi, presidente del Cda della clinica parla di distensione, soprattutto considerando gli obiettivi prefissati.

“I rapporti con l’Asp – dice – finalmente si stanno normalizzando. Non sono completamente fluidi, ma stiamo andando in quella direzione anche perché abbiamo dei traguardi e degli obiettivi che dobbiamo raggiungere insieme”.
E però, la notizia che l’Asp ha deliberato di costituirsi in giudizio davanti alla Corte dei Conti per danno erariale, c’è, Parisi come la commenta? “Non è un fatto corretto, perché non esiste alcun giudizio davanti alla Corte dei Conti. Questo ho avuto modo di riferirlo al dottore Lazzaro, perché costituirsi in un giudizio che non c’è credo che sia un atto non legittimo. Con un incarico, tra l’altro, di 34mila euro ad un avvocato esterno ed ho cercato di consigliare al dottore Lazzaro di provare a revocare la delibera perché non c’è ancora un giudizio, ma semplicemente un invito a dedurre”.

Una questione economica, dunque, di cui la clinica è stata investita, vantando un credito nei confronti dell’Asp ed avendo in questi dieci mesi perso tantissimo sul fatturato. “Il Sant’Anna – precisa Parisi – avanza circa 30 milioni dall’azienda sanitaria provinciale. Non di ipotetici crediti, ma di prestazioni rese. In più abbiamo perso 20 milioni di euro di fatturato in dieci”.

L’obiettivo principale della clinica resta comunque quello di entrare a far parte della rete di emergenza urgenza regionale. “Alla luce dei numeri delle emergenze – ha spiegato il direttore sanitario Antonio Soccorso Capomolla – la nostra esigenza è quella di far ripartire il Sant’Anna con i suoi numeri e le sue performance, perché alla luce dei numeri è chiaro che c’è un bisogno sanitario che deve essere soddisfatto che parla una forte mobilità passiva per la Calabria. Per quanto riguarda la rete emergenza urgenza Calabria proprio nell’area centrale potremmo avere un ruolo importante per offrire un servizio all’utenza perché abbiamo tutta l’organizzazione. Questo rappresenterebbe una maggiore sicurezza per quanto riguarda la salute dei calabresi, ma anche per dare una nuova Sanità alla Calabria”.
All’incontro erano presenti anche tutti i professionisti dell’area medica cardiologica tra cui Riccardo Cappato, nuovo membro dell’equipe, tra i massimi esperti nel trattamento della Fibrillazione Atriale, che si unisce a Daniele Maselli, direttore della cardiochirurgia e Domenico Bonofiglio, direttore del dipartimento cardiovascolare.