Amaroni si stringe attorno a Bova: barra dritta e avanti tutta foto

Cittadini e amministratori a sostegno del consigliere regionale 

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    di Alessia Burdino

    Arturo Bova ed Amaroni. Protagonisti di una domenica pomeriggio segnata dal freddo e dall’amarezza. Quel boato nella notte tra venerdì e sabato sconvolge l’intera comunità. Agita la politica.  Preoccupa i Comuni. Per la seconda volta in poco tempo il consigliere regionale e presidente della commissione anti ‘ndrangheta è vittima di un’intimidazione. Per la seconda volta in poco tempo una valanga di solidarietà sommerge Arturo Bova. L’hastag #barradrittaeavantitutta segna tutti i messaggi inviati al politico. Ma è più di un messaggio. È un coro che forte si alza dalla sala consiliare del Comune di Amaroni dove, a sostegno di Arturo Bova, oggi pomeriggio ci sono cittadini, sindaci, Arma dei Carabinieri con il capitano Silvio Maria Ponzio e decine di amministratori. Accanto a lui al tavolo della presidenza ci sono il sindaco di Amaroni Gino Ruggiero, il presidente della Regione Mario Oliverio,  il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, il presidente della Provincia Enzo Bruno, il consigliere regionale Antonio Scalzo e gli onorevoli Enza Bruno Bossio e Cesare Marini. I lavori del Consiglio comunale iniziano.

    Con la voce rotta dall’emozione il sindaco, Gino Ruggiero, dà il via ad una seduta interamente dedicata ad Arturo Bova.  Le sue parole sono cariche di significato. Il primo cittadino parla di Arturo politico. Arturo uomo. Arturo marito. E padre. Parla della paura. Ma parla anche del coraggio di Arturo. “In tanti – dice – questa sera hanno voluto testimoniare la loro vicinanza  ad Arturo Bova: un segnale di affetto e solidarietà”. Poi il sindaco legge un messaggio inviato da Pippo Callipo cittadino onorario di Amaroni. Poi a nome dei sindaci del comprensorio parla il primo cittadino di Cortale Francesco Scalfaro anche egli vittima di due intimidazioni. “Prego le autorità competenti – dice – di fare le indagini e far sempre di più  perché così, noi amministratori, non possiamo più andare avanti”. Appena presa la parola il pensiero del presidente di Risveglio Ideale, Mario Muzzi, va alla famiglia di Arturo Bova. Alla moglie e alle figlie. “Non è accettabile – incalza – che a distanza di un anno non sia stata fatta chiarezza sulla prima intimidazione subita da Bova. Se ciò dovesse ripetersi anche stavolta siamo pronti a protestare”.  Si accende il microfono per Angela Robbe, presidente di Legacoop. Anche in questo caso il messaggio è di assoluta vicinanza e solidarietà. Per Enzo Bruno, presidente della Provincia: “Se dico che, in questo momento, siamo sotto attacco non esagero. Condivido l’appello di Muzzi. Serve un’azione forte. Una ribellione. Pertanto porterò questo messaggio al tavolo del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Ci sentiamo vicini e colpiti come Arturo da questi atti. Colpiti ma non domi. La presenza delle istituzioni devono, caro Arturo, darti fiducia”. Arriva dalla Locride il sindaco di Martone,  Giorgio Imperitura: “Le difficoltà sono tante.  Ma si superano solo stando insieme”.  Per il consigliere regionale Antonio Scalzo: “Dobbiamo riprendere un’interlocuzione forte con il Governo. Perché si pone un problema serio di come esercitare l’attività di sindaco o giornalista. Occorre però intensificare questa azione avviata con il Governo. Ho vissuto anche io il dramma delle intimidazioni e so quanta amarezza si prova.  Chi lo ha fatto ora con Arturo pensando di fermarti si è sbagliato di grosso”.

    Secondo il deputato Enza Bruno Bossio occorre  chiedersi perché si stanno verificando una serie di fatti: giornalisti, amministratori, il figlio di Gratteri. “Dobbiamo continuare – dice –  a fare mobilitazioni come quella di stasera. Porterò personalmente quanto sta accadendo in Calabria alla commissione parlamentare Antimafia”.  “Arturo ti siamo vicini” incalza l’onorevole Cesare Marini. Da presidente del Consiglio regionale e da amico di Bova, Nicola Irto parla alla sala lanciando un messaggio di solidarietà anche al procuratore Nicola Gratteri ed alla sua famiglia. “Bisogna avere la capacità di dire ciò che si sta facendo ad ogni livello. Occorre inoltre chiedere con forza al governo che ci siano più mezzi tra le forze dell’ordine e in magistratura. Bisogna creare un ciclo virtuoso in modo da chiedere uno sforzo ulteriore anche alla cittadinanza. Non so chi ha bruciato l’auto di Amaroni ma vorrei che questi signori sapessero che non  hanno bruciato l’auto solo ad Arturo Bova ma a tutte le persone che vogliono una Calabria migliore e che stanno lavorando per renderla tale”.

    Quando mancano pochi minuti alle 19 prende la parola il presidente della Regione, Mario Oliverio. “Questa sera ci torniamo a stringere ad Arturo Bova a distanza di pochi mesi dalla prima intimidazione. Atti di questo tipo meritano una risposta da parte dello Stato. Altrimenti se dovessimo rimanere in uno stato di incertezza, inevitabilmente, la spirale della violenza sarebbe alimentata. Rispetto a fatti delicati come questo abbiamo bisogno di risposte. Ieri ho parlato con il Prefetto Luisa Latella. Domattina chiamerò il viceministro Bubbico.  Ed anche il ministro. Perché si accendano i riflettori su quanto sta accadendo in Calabria. Gli strumenti investigativi e di repressione vanno intensificati perché la nostra è una regione difficile. E perché in questo momento siamo in una fase di cambiamento reale e preciso. Vorrei ricordare che Arturo Bova fa parte dello schieramento che sta attuando questo cambiamento tant’è che è stato chiamato a presiedere la commissione regionale anti ‘ndrangheta. Settori fondamentali sono oggetto di riordino, a partire dai rifiuti. Intorno ai rifiuti sono, in questi anni, cresciuti interessi distorti. Ebbene noi su questo stiamo facendo ordine lavorando ad un sistema virtuoso di cui i comuni saranno protagonisti”. Spostare gli investimenti sul riuso del patrimonio edilizio edilizio e piano dei trasporti: questi gli altri due punti trattati dal governatore. “Ho fatto questi esempi – sottolinea – perché occorre cambiare registro. Abbiamo alleggerito anche l’apparato burocratico della Regione e avvieremo presto anche il principio della rotazione e della mobilità. I cittadini dovranno avere risposte certe e in tempi rapidi. Per avviare questa rivoluzione culturale occorre lo sforzo di tutti. Sul versante del contrasto alla criminalità serve, dunque, una risposta corale. Domani chiederò al ministero dell’interno una reazione chiara e stasera convocherò l’assemblea dei sindaci della Calabria. All’assemblea inviterò il Governo. Ad Arturo e alla sua famiglia dico di non pensare di essere soli. La vostra non è una vicenda privata ma si inserisce in una sequenza di fatti che richiede l’attenzione del Governo”. 

     

     

    Quando Arturo Bova prende la parola l’emozione è visibile. Palpabile. Non più o non meno, però, della grinta che contraddistingue anche stasera il consigliere regionale. “Il fatto che di sapere che c’è un partito che si sta compattando in un nuovo afflato è un segnale importante. Lo dico pubblicamente: per come interpreto io la politica la tessera viene prima della carta d’identità. Quando ho preso questo incarico non ho più preso incarichi come avvocato. L’attacco non è solo ad Arturo Bova. Arturo Bova è uno dei tanti. Stamattina un assessore di un comune vicino mi ha detto: “state attaccando cose mai toccate”. Abbiamo,  infatti, messo in campo i presupposti riformatori per una nuova regione. Stiamo cambiando la Calabria. Se ne sono accorti tutti. Se i sindaci trovano la forza per andare avanti vuol dire che sanno di non essere soli. Il fenomeno malavitoso colpisce gli amministratori, i giovani imprenditori, i giornalisti, i comuni. Quando uno si candida in Calabria sa di scendere in trincea. Abbiamo detto che portare risultati in Calabria espone a rischi. Non possiamo combattere la ‘ndrangheta con le pacche sulla spalla o le targhe. Parliamo dell’organizzazione criminale più potente al mondo. È la holding più potente al mondo. Dobbiamo far capire al Governo e alla commissione Antimafia che la lotta alla ‘ndrangheta è come la lotta all’Isis. Mi auguro nella reazione del Governo e nella venuta del presidente del Consiglio in occasione di una manifestazione sulla legalità. Tornando a me mi auguro che non arrivino alla mia famiglia. Ma tutti devono sapere che la mia famiglia è con me. Ad aprile alla prima intimidazione mia moglie mi ha detto: “Vai avanti, questa è la tua vita”. So di non essere solo. Ho un partito. Ho il Consiglio regionale con me. Ho la mia comunità e ho con me tutti i sindaci del comprensorio. La nostra è una terra di gente perbene, ora, ben guidata”. Il Consiglio comunale finisce così. Arturo Bova è pronto a ricominciare. Sempre a barra dritta.                                           

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